Il nome del famoso popolo di donne guerriere deriverebbe dal greco Amazòn, per cui la A iniziale sarebbe privativa. Il nome successivo starebbe a significare "seno", ed è proprio così che venivano immaginate, senza un seno. Questa pratica di aliminazione di uno dei due seni sarebbe stato praticato dalle bambine piccole, per permettere alla futura guerriera di tendere meglio l'arco.
La collocazione del luogo in cui vivevano, si è spostata nel corso dei secoli, anche a seconda di quanto l'uomo conosceva il mondo in cui viveva. Popolazioni come questa o come quella dei giganti, erano sempre pensate ai confini del mondo conosciuto, specialmente nel lontano oriente (a ovest non si pensava ci fosse altra terra o comunque non si pensava si potesse "buscar el levante por el poniente"). Anche Colombo, arrivando in America, cercherà queste popolazioni per avere una conferma materiale di essere sbarcato in Cina o nel Giappone.
Inizialmente furono collocate in Scizia o nell'Armenia, sempre comunque in area caucasica.
Le donne guerriere venivano tradizionalmente governate da due regine, una della pace e una della guerra. Inoltre, ogni primavera, compivano una visita nel territorio del popolo vicino dei Gargareni i quali si offrivano ritualmente per accoppiarsi con le donne guerriere affinché potessero generare dei figli. L'incontro avveniva in segreto, nell'oscurità, perché nessuno dei due amanti potesse conoscere l'identità dell'altro.
La sorte della prole mutava a seconda del sesso del nascituro. I maschi venivano rimandati nel luogo d'origine e ogni gargareno adulto adotta un bambino senza sapere se fosse o meno suo figlio. Le femmine, invece, rimanevano con le madri e venivano allevate ed educate secondo i loro costumi e istruite, in particolare, nell'arte della caccia e della guerra.
Le armi principali delle Amazzoni erano l'arco, l'ascia bipenne ed uno scudo particolare, piccolo ed a forma di mezzaluna, chiamato pelta.
Prima di ogni battaglia suonavano il sistro, uno strumento che producendo un suono limpido e cristallino, non aveva lo scopo di intimorire il nemico, ma solo quello di ingraziarsi gli dèi.
Il tipo di combattimento che più praticavano era quello a cavallo. Selezionavano i loro animali e mantenevano con loro un rapporto di affiatamento totale che le rendeva delle perfette centaure.
La leggenda più famosa sul loro conto, narra della nona fatica di Ercole, incaricato di prendere il cinto della regina amazzone Ippolita. Teseo, compagno di Ercole, fu vittima della loro collere, un esercito di Amazzoni invase l’Attica, assediando Atena. Alla fine dello scontro Teseo vinse, facendo prigioniera Ippolita che in seguito divenne sua prima sposa.
Un corpo di Amazzoni nella storia è realmente esisitito.
Il re Houégbadja, re di Dahomey, attuale Benin, piccolo stato dell'Africa centrale che si affaccia sul Golfo di Guinea, aveva gia organizzato un distaccamento di “cacciatrici di elefanti” facente funzione anche di guardia del corpo.
Il figlio del re, Agadia, ne fece delle vere e proprie guerriere.
Alcune donne si arruolavano volontariamente, altre, insofferenti della vita matrimoniale e di cui mariti si lamentavano col re, erano arruolate d'ufficio. Il servizio militare le disciplinava e quella forza di carattere che mostravano nella vita matrimoniale e poteva così esprimersi nell'azione militare.
Sul campo di battaglia, le Amazzoni proteggevano il re e prendevano parte attivamente ai combattimenti, sacrificando la loro stessa vita, non potevano sposarsi e avere figli, finchè rimanevano nell’esercito.
Forgiate per la guerra per principio a questa dovevano consacrare lo loro vita.
Tornando alla leggenda, non si sa con precisione come siano scomparse, una delle tante leggende circa la loro morte vuole che la loro fine sia legata all’impresa di un tale Lamissione.
Costui, figlio di una meretrice che aveva messo al mondo sette figli in un solo parto, era stato gettato in un fiume insieme ai suoi sette fratelli, e riuscì a salvarsi solo grazie all’aiuto e alla carità di un re longobardo, re Agilmondo.
Divenuto un coraggioso e ardente guerriero, alla morte del re meritò la guida del regno. Un giorno mentre i Longobardi, nel corso di una loro migrazione, si trovarono il passaggio di un fiume impedito dalle Amazzoni, Lamissione si inoltrò nella corrente a combattere a nuoto con la più forte di loro, la loro regina, e la uccise procurando a sé gloria e lodi, e ai Longobardi il passaggio.