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Rivoluzione americana


La Rivoluzione americana viene convenzionalmente fatta iniziare con il Boston Tea Party del dicembre 1773. Al grido di "No taxation without representation", cioè niente tasse senza una rappresentanza politica, un gruppo di coloni di Boston, travestita da indiani, gettò a mare il carico di tè.

A scatenare la rivoluzione furono infatti le tasse che Londra imponeva per mantenere il vasto territorio nord americano. Fiaccata dalla precednete guerra dei Sette anni, che pose fine al dominio francese in nord America, l'Inghilterra doveva fare i conti con la volontà delle colonie di liberarsi della protezione della madrepatria, chiesta proprio nei confronti dei francesi. Inoltre per la propria sicurezza l'Inghilterra chiedeva alle colonie una partecipazione economica alle spese. A ciò si aggiunsero le molteplici imposte indirette su generi che avevano per gli Americani un'importanza non trascurabile, lo zucchero (Sugar Act) e i documenti ufficiali e i giornali (Stamp Act).

A questi motivi più strettamente pratici se ne aggiungevano altri, maggiormente ideologici, come la volontà dell'Inghilterra di impedire lo sviluppo delle colonie a est, rendendo l'allora vasto territorio della Lousiana impraticabile e di proprietà dell'Impero. Nel 1773 poi, la Compagnia delle Indie Orientali ottenne dal Parlamento il diritto di vendere in esclusiva e mediante i suoi agenti il tè che importava dalla Cina, tagliando fuori gli intermediari americani che avevano fino ad allora goduto di un ampio e fruttuoso giro di affari.

Col Congresso continentale tenutosi a Philadelphia nell'autunno del 1774, al quale parteciparono i delegati di tutte le colonie eccetto la Georgia, si limitò a rivendicare l'autonomia amministrativa dei coloni e si votò il boicottaggio sistematico delle merci inglesi, da imporre con la forza anche a quegli Americani che non l'avessero praticato spontaneamente.

Nonostante i tentativi di Franklin, in Inghilterra di approvare la costituzione di un impero federale (singoli paesi autonomi, ma uniti nella persona del re), il primo scontro si ebbe fra Lexington e Concord nell'aprile del 1775. In queste città si erano stabilitil'arsenale i depositi e il centro di addestramento dei coloni. Il tentativo delle forze inglesi di agire di sopresa fallì, grazie anche all'intervento di Paul Revere prima dell'arrivo degli inglesi. Gli inglesi riuscirono ad avere la meglio inuna scaramuccia di venti minuti e a distruggere i rifornimenti delle due città ma vennero messi in ginocchio sulla via del ritorno, dopo una lotta furibonda all'esterno di Concord e successive imboscate statunitensi. Nel maggio le colonie crearono ufficialmente l'Esercito Continentale e nel giugno il comando veniva affidato a George Washington.

Nel pieno della guerra, con gli inglesi che cercavano di sfruttare la superiorità numerica e i possedimenti canadesi, nelle 13 colonie, il 4 luglio venne firmata la Dichiarazione d'Indipendenza a Philadelphia. Con New York e le colonie settentrionali, sedi delle industrie più importanti, in pericolo, Washington cercava di resistere all'invasione inglese, mentre Franklin partiva per la Francia in cerca di alleati, sentendo che in Europa, l'attenzione per la lotta delle colonie cominciava a farsi strada tra l'attenzione dei governi.

Il 22 agosto 1776 le forze inglesi sbarcarono a Long Island per sconfiggere le difese che Washington aveva posto a New york, in un attacco frontale. L'errore degli inglesi fu proprio questo. Avrebbero infatti potuto aggirare le difese di Long Island e prenderle tra due fuochi. I difensori cominciarono a vacillare il 26 agosto quando persero numerosi avamposti lasciando al nemico un centinaio di prigionieri. Gli americani erano allo stremo ma il comandante inglese Howe, convinto di avere la vittoria ormai sicura, ritardò l'attacco di un giorno. Il 28 agosto scoppiò un forte uragano. Troppo forte per permettere agli americani di riorganizzarsi, ma, dato che l'onore era salvo, Washington potè organizzare la ritirata per la notte del 29 facendo evacuare tutti gli uomini a Manhattan. Quando gli inglesi entrarono a Manhattan il 15 settembre, a causa della loro lentezza e dell'eccessiva prudenza di molti comandanti, gli americani avevano avuto tutto il tempo per fortificare le alture di Harlem. Il 16 settembre le truppe assediate compirono una sortita guidate da Thomas Knowlton in cui inflissero 270 perdite al nemico a fronte delle 80 subite. Tuttavia Washington ordinò la ritirata verso nord ritardandola con sortite e imboscate contro gli anglo-tedeschi che impiegarono quaranta giorni a conquistare Harlem. Mentre il piano per tagliare in due le colonie e conquistare quelle settentrionali fallì per l'arrivo dell'inverno.

Dall'Europa cominciò ad arrivare un centinaio di volontari, per lo più francesi e polacchi, in aiuto delle forze statunitensi. Questi, pur essendo presenti in poche unità, combattevano meglio rispetto alle forze locali e Washington l'aveva capito. Nei mesi successivi il flusso arrivò a toccare le migliaia di uomini e, in particolare, si distinsero tre comandanti: Tadeusz Kościuszko, nobile a capo dei polacchi, Friedrich Wilhelm von Steuben, barone prussiano che diede il necessario addestramento all'Esercito Continentale e Gilbert du Motier de La Fayette, un marchese francese.

La battaglia di Saratoga tra il settembre e l'ottobre del 1777 ebbe un effetto notevole. Gli statunitensi riunirono per la prima volta un numero consistente di uomini e sconfissero gli inglesi in campo aperto. Inoltre caddero a Parigi le ultime resistenze contro l'alleanza franco-americana che venne ratificata il 6 febbraio 1778.

Nell'inverno di quell'anno l'Esercito Continentale, allo stremo, senza viveri, vestiti, e generi di prima necessità con i generali si ritirarono in Pennsylvania. Qui il barone prussiano si incaricò di formare i soldati e gli ufficiali dell'Esercito Continentale, oltre a dotarli di un preciso regolamento, rimasto in vigore per decenni. L'addestramento partì da zero e von Steuben insegnò agli uomini a rimanere in riga, marciare, eseguire gli ordini, appostarsi, defilarsi, sfruttare il terreno, avanzare e retrocedere in ordine, fare quadrato, concentrare il fuoco e usare la baionetta. Parallelamente si occupò di addestrare anche gli ufficiali per prepararli al comando. In primavera giunsero sul suolo statunitense anche i primi rifornimenti francesi.

Le intenzioni di Londra erano di sbarcare in Georgia e in Carolina del Sud per tagliare in due gli Stati Uniti ed occuparli come già aveva tentato a nord, ma a fine maggio scoppiarono le ostilità marittime tra Regno di Francia e Regno Unito. Questo permise agli Stati Uniti di avere un vantaggio anche sul mare, che non aveva prima dell'intervento della Francia.
Così insieme a Spagna e Olanda, che decisero di scendere in campo contro gli inglesi per via di vecchi conti da regolare con essi, i ribelli americani appoggiato da queste nuove forze sconfisse l’esercito a Yorktown in Virginia, nel 1781, dopo
L’Inghilterra si decise allora a firmare la pace e, col trattato di Parigi del 1783 riconobbe l’indipendenza delle colonie americane.

Con il Trattato di Parigi del 1783 Inghilterra, Francia, Spagna e le tredici colonie chiusero il conflitto che durava da otto anni. Il trattato sancì la fine della prima guerra di Indipendenza degli Stati Uniti d’America e consistette principalmente nel riconoscimento dell'indipendenza delle colonie, oltre a questioni territoriali tra le altre potenze in gioco.