Nel 1947 l'Assemblea delle Nazioni Unite, dopo sei mesi di lavoro da parte dell'UNSCOP (United Nations Special Committee on Palestine), il 29 novembre approvò la Risoluzione dell'Assemblea Generale n. 181, che prevedeva la creazione di uno stato ebraico e di uno stato arabo in Palestina, con la città e la zona di Gerusalemme sotto l'amministrazione diretta dell'ONU. Secondo il piano, lo stato ebraico avrebbe compreso tre sezioni principali, collegate da incroci extraterritoriali; lo stato arabo avrebbe avuto anche un'enclave a Giaffa.
Nella sua relazione l'UNSCOP si pose il problema di come accontentare entrambe le fazioni, giungendo alla conclusione che soddisfare le pur motivate richieste di entrambi era "manifestamente impossibile", ma che era anche "indifendibile" accettare di appoggiare solo una delle due posizioni. Nel decidere su come spartire il territorio considerò, per evitare possibili rappresaglie da parte della popolazione araba, la necessità di radunare tutte le zone dove i coloni ebrei erano presenti in numero significativo (seppur spesso in minoranza) nel futuro territorio ebraico.
(Da it.wikipedia.org)
Pur sapendo che mi sto addentrando in un argomento estremamente complicato, e pur sapendo che sullo stesso sono stati organizzati migliaia di dibattiti, scritti libri e illustri pensatori hanno espresso il loro pensiero, vorrei anche io cimentarmi in questo campo minato sperando di uscirne indenne. Premesso che non voglio pormi alla pari di quegli illustri pensatori né voler parteggiare per una o l'altra fazione, né pretendere di voler dare una soluzione definitiva al problema.
Partirei da due principali considerazioni.
-Lo Stato di Israele è stato costituito per volontà dell'ONU tre anni dopo la fine, di uno dei periodi più neri della storia europea, in cui fior fiori di pensieri filosofici, conoscenze, culture, sono state spazzate via in pochi anni da una brutalità che si accanì (anche ma non solo, non dimentichiamo, gli slavi, i gay, e tutte le persone con problemi mentali, dimenticandomene molte altre non per meno rispetto nei loro confronti) contro gli ebrei.
Una giusta ricompensa o un modo migliore per l'Europa di ripagare in minima parte quello che era stato fatto soffrire loro, era costituire quella Nazione che non avevano più dal 70 d.C.
-Ecco la cartina del primo territorio assegnato agli ebrei in Palestina.
La zona verde era quella assegnata agli ebrei, il resto in giallo ai palestinesi. Tralasciando il fatto, non secondario, che vorrei vedere un pò voi cosa fareste se vi dicessero di punto in bianco: "Tu devi andartene da casa tua, che ci deve venire un altro", volevo parlare di come si possa chiamare Nazione, questo sgorbio (che di conseguenza diventano due) che si allunga tra il golfo di Aqaba, il Mar Morto e il Mediterraneo. Lo considerereste uno Stato, quello che comprenda la Sardegna, il Piemonte, parte della Liguria, l'Emilia e poi dalle Marche una striscia di terra sull'Adriatico lunga fino alla Puglia? E tutto il resto a fare un altro Stato, di conseguenza tagliato in due all'altezza dell'Emilia? A me farebbe un pò schifo.
E' chiaro che prima o poi sono nati dei problemi.
Come al solito, in questo caso, l'Europa ha lavorato a tavolino. Ma non è l'unico caso. Quando guardiamo una cartina del mondo, e vediamo in Africa in altre parti del mondo, dei confini dritti, rettilinei, non è che i due paesi confinanti, sono stati talmente bravi da conquistare un territorio con le squadre da disegno. Lì è la mano europea che a tavolino, nell'esempio dell'Africa, in periodo coloniale, intorno ad un tavolo con sopra una bella cartina del continente ha tirato una riga che corrispondesse ad un meridiano o un parallelo e il gioco era fatto, due zone di influenza pronte per essere...influenzate...
Un esempio più pratico. Perché gli stati americani del Colorado e del Wyoming sono tutti e due perfettamente rettangolari? Probabilmente anche altri stati avrebbero confini simili se non ci fosse un fiume o qualche altro elemento naturale a salvarli.
In Palestina non ci si poteva muovere in questo modo essendovi una situazione molto complicata e non potendo non tenere conto in toto degli interessi dei precedenti residenti. Così ne sono usciti questi due simil-stati che per forza di cose sarebbero entrati in guerra, non solo per questioni religiose. Ma a questo punto mi chiedo, non sarebbe stato meglio tirare una riga, voi di sopra, voi di sotto? Non lo so e non credo, non essendo un discorso basato semplicemente su questioni geografiche, ma è un pensiero che fa riflettere.
Il solo fatto di voler creare una Nazione dal nulla, è si onorevole, viste le premesse, ma allo stesso tempo aberrante. E mi sembra altrettanto ridicolo che uno Stato nato di diritto, per volontà altrui, sulla carta, perché ci doveva essere perché lo decidiamo noi e a voi deve andare bene, appena nato abbia combattuto una sorta di guerra d'indipendenza, come fu la guerra arabo israeliana del '48.
Ci sono nazioni che hanno impiegato tempo e fatica per nascere, organizzarsi e avere coscienza di sé e noi pretendiamo di costruirne una senza considerare, tra l'altro, chi in quei territori abita già?
Non sono, se mi è permesso un parere, contro lo Stato d'Israele. Mi sembra ridicolo il modo tipicamente europeo in cui è stato creato. Non discuto sul "cosa", ma sul "come".
In secondo luogo vorrei spostare l'attenzione su un altro aspetto.
Il fatto che ormai da sessant'anni, senza quasi sosta, due popoli come quello israeliano e quello palestinese, si combattano e si scontrino, dovrebbe essere un fatto su cui riflettere.
Mi sono sempre chiesto ironizzando un pò, quanti diavolo sono, da entrambe le parti per poter resistere in questo modo. Ma soprattutto i giovani a cui oggi viene insegnato "quello là è un tuo nemico" (il che mi fa rabbrividire, perché vivere tutta una vita, per quanto breve, con sempre il terrore di uno che abita dietro le mura di casa mia...) mi chiedo se venga da pensare "perchè?", "lui cosa mi ha fatto?".
In conclusione, forse la guerra non è un male eliminabile, o eliminabile facilmente, ma di certo, se imparassimo ad evitare di crearci i problemi dove potrebbero non esserci, o dove si potrebbe trovare una soluzione, sarebbe già un bel passo avanti.
Oltre ad isolare le frange estremiste, spero si possa arrivare ad un compromesso solido ed efficace per entrambe le parti, non solo a livello di Grandi Operatori Politici, ma anche di Piccole Esperienze di Vita. Anche perché sennò gli scontri continueranno all'infinito.
Nella sua relazione l'UNSCOP si pose il problema di come accontentare entrambe le fazioni, giungendo alla conclusione che soddisfare le pur motivate richieste di entrambi era "manifestamente impossibile", ma che era anche "indifendibile" accettare di appoggiare solo una delle due posizioni. Nel decidere su come spartire il territorio considerò, per evitare possibili rappresaglie da parte della popolazione araba, la necessità di radunare tutte le zone dove i coloni ebrei erano presenti in numero significativo (seppur spesso in minoranza) nel futuro territorio ebraico.
(Da it.wikipedia.org)
Pur sapendo che mi sto addentrando in un argomento estremamente complicato, e pur sapendo che sullo stesso sono stati organizzati migliaia di dibattiti, scritti libri e illustri pensatori hanno espresso il loro pensiero, vorrei anche io cimentarmi in questo campo minato sperando di uscirne indenne. Premesso che non voglio pormi alla pari di quegli illustri pensatori né voler parteggiare per una o l'altra fazione, né pretendere di voler dare una soluzione definitiva al problema.
Partirei da due principali considerazioni.
-Lo Stato di Israele è stato costituito per volontà dell'ONU tre anni dopo la fine, di uno dei periodi più neri della storia europea, in cui fior fiori di pensieri filosofici, conoscenze, culture, sono state spazzate via in pochi anni da una brutalità che si accanì (anche ma non solo, non dimentichiamo, gli slavi, i gay, e tutte le persone con problemi mentali, dimenticandomene molte altre non per meno rispetto nei loro confronti) contro gli ebrei.
Una giusta ricompensa o un modo migliore per l'Europa di ripagare in minima parte quello che era stato fatto soffrire loro, era costituire quella Nazione che non avevano più dal 70 d.C.
-Ecco la cartina del primo territorio assegnato agli ebrei in Palestina.
La zona verde era quella assegnata agli ebrei, il resto in giallo ai palestinesi. Tralasciando il fatto, non secondario, che vorrei vedere un pò voi cosa fareste se vi dicessero di punto in bianco: "Tu devi andartene da casa tua, che ci deve venire un altro", volevo parlare di come si possa chiamare Nazione, questo sgorbio (che di conseguenza diventano due) che si allunga tra il golfo di Aqaba, il Mar Morto e il Mediterraneo. Lo considerereste uno Stato, quello che comprenda la Sardegna, il Piemonte, parte della Liguria, l'Emilia e poi dalle Marche una striscia di terra sull'Adriatico lunga fino alla Puglia? E tutto il resto a fare un altro Stato, di conseguenza tagliato in due all'altezza dell'Emilia? A me farebbe un pò schifo.
E' chiaro che prima o poi sono nati dei problemi.
Come al solito, in questo caso, l'Europa ha lavorato a tavolino. Ma non è l'unico caso. Quando guardiamo una cartina del mondo, e vediamo in Africa in altre parti del mondo, dei confini dritti, rettilinei, non è che i due paesi confinanti, sono stati talmente bravi da conquistare un territorio con le squadre da disegno. Lì è la mano europea che a tavolino, nell'esempio dell'Africa, in periodo coloniale, intorno ad un tavolo con sopra una bella cartina del continente ha tirato una riga che corrispondesse ad un meridiano o un parallelo e il gioco era fatto, due zone di influenza pronte per essere...influenzate...
Un esempio più pratico. Perché gli stati americani del Colorado e del Wyoming sono tutti e due perfettamente rettangolari? Probabilmente anche altri stati avrebbero confini simili se non ci fosse un fiume o qualche altro elemento naturale a salvarli.
In Palestina non ci si poteva muovere in questo modo essendovi una situazione molto complicata e non potendo non tenere conto in toto degli interessi dei precedenti residenti. Così ne sono usciti questi due simil-stati che per forza di cose sarebbero entrati in guerra, non solo per questioni religiose. Ma a questo punto mi chiedo, non sarebbe stato meglio tirare una riga, voi di sopra, voi di sotto? Non lo so e non credo, non essendo un discorso basato semplicemente su questioni geografiche, ma è un pensiero che fa riflettere.
Il solo fatto di voler creare una Nazione dal nulla, è si onorevole, viste le premesse, ma allo stesso tempo aberrante. E mi sembra altrettanto ridicolo che uno Stato nato di diritto, per volontà altrui, sulla carta, perché ci doveva essere perché lo decidiamo noi e a voi deve andare bene, appena nato abbia combattuto una sorta di guerra d'indipendenza, come fu la guerra arabo israeliana del '48.
Ci sono nazioni che hanno impiegato tempo e fatica per nascere, organizzarsi e avere coscienza di sé e noi pretendiamo di costruirne una senza considerare, tra l'altro, chi in quei territori abita già?
Non sono, se mi è permesso un parere, contro lo Stato d'Israele. Mi sembra ridicolo il modo tipicamente europeo in cui è stato creato. Non discuto sul "cosa", ma sul "come".
In secondo luogo vorrei spostare l'attenzione su un altro aspetto.
Il fatto che ormai da sessant'anni, senza quasi sosta, due popoli come quello israeliano e quello palestinese, si combattano e si scontrino, dovrebbe essere un fatto su cui riflettere.
Mi sono sempre chiesto ironizzando un pò, quanti diavolo sono, da entrambe le parti per poter resistere in questo modo. Ma soprattutto i giovani a cui oggi viene insegnato "quello là è un tuo nemico" (il che mi fa rabbrividire, perché vivere tutta una vita, per quanto breve, con sempre il terrore di uno che abita dietro le mura di casa mia...) mi chiedo se venga da pensare "perchè?", "lui cosa mi ha fatto?".
In conclusione, forse la guerra non è un male eliminabile, o eliminabile facilmente, ma di certo, se imparassimo ad evitare di crearci i problemi dove potrebbero non esserci, o dove si potrebbe trovare una soluzione, sarebbe già un bel passo avanti.
Oltre ad isolare le frange estremiste, spero si possa arrivare ad un compromesso solido ed efficace per entrambe le parti, non solo a livello di Grandi Operatori Politici, ma anche di Piccole Esperienze di Vita. Anche perché sennò gli scontri continueranno all'infinito.