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Riccardo I d'Inghilterra

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Le crociate






Era il terzo dei cinque figli maschi del re d'Inghilterra, duca di Normandia, conte del Maine, d'Angiò e di Turenna, Enrico II d'Inghilterra e della duchessa d'Aquitania e Guascogna e contessa di Poitiers, Eleonora d'Aquitania.
Riccardo fu, per parte di madre, il fratellastro minore di Maria di Champagne e Alice di Francia. Era anche il fratello minore di Guglielmo, Conte di Poitiers, Enrico e Matilda d'Inghilterra, e il fratello maggiore di Goffredo II, Duca di Bretagna, Leonora d'Aquitania, Giovanna d'Inghilterra e Giovanni d'Inghilterra.

Era il figlio favorito di sua madre e, nonostante fosse nato nel Palazzo reale di Beaumont ad Oxford, considerava la Francia come sua patria, ed egli fu in fondo un francese. Quando i suoi genitori si separarono, rimase con la madre e venne investito del ducato di Aquitania nel 1168 e della contea di Poitiers nel 1172. In realtà era un premio di consolazione per il fatto che suo fratello più anziano, il secondogenito, Enrico il Giovane, era stato designato, dal padre, come successore alla corona.

In Francia gli fu data un'attenta educazione letteraria tanto che scriveva in francese ed in limosino; fu un appassionato letterato e compose anche alcune poesie. Venne descritto come uomo affascinante, dai capelli tra il rosso ed il biondo, dagli occhi lucenti, la carnagione pallida, di statura sopra la media. Fin da giovane mostrò abilità militari e politiche, diventando famoso per la sua cavalleria e il coraggio, anche se come i suoi fratelli non si sottomise sempre all'autorità paterna.

Nel 1170, il quindicenne Enrico il Giovane, suo fratello maggiore, venne incoronato re congiunto d'Inghilterra, con il nome di Enrico III, quando il padre era ancora in vita. Non avendo mai realmente regnato non viene annoverato tra i sovrani inglesi. Viene definito il Giovane per distinguerlo dal sovrano Enrico III suo nipote.

Enrico il Giovane, debole di carattere, su consiglio di alcuni nemici del padre, tra cui il re di Francia Luigi VII, nel 1173 si recò a Parigi e iniziò una ribellione. Si recò segretamente in Aquitania, dove i fratelli Riccardo e Goffredo vivevano alla corte di Poitiers, presso la madre; Enrico il Giovane incitò i fratelli, sembra col consenso della madre, ad unirsi a lui nella ribellione. Eleonora poi spinse i suoi vassalli Aquitani e Guasconi ad unirsi ai suoi figli. Le contee d'Angiò e del Maine e molti nobili aquitani sostennero la rivolta che ebbe l'appoggio del re Guglielmo I di Scozia delle contee di Boulogne e delle Fiandre e soprattutto del re Luigi VII di Francia, a cui Enrico il Giovane aveva reso omaggio, come duca di Normandia, conte d'Angiò e del Maine, mentre i suoi fratelli, Riccardo e Goffredo, avevano reso omaggio a Luigi VII, rispettivamente per l'Aquitania e per la Bretagna. La Ribellione è nota come Rivolta del 1173-1174 nella quale Enrico provò a strappare il potere della corona a suo padre.
La ribellione iniziò in Normandia e dopo un iniziale successo fu bloccata dalla reazione di Enrico II, che occupò la Bretagna e fece prigionieri alcuni baroni, tra cui il quinto conte di Chester, Ugo di Kevelioc, che aveva fatto sollevare la Bretagna. Allora la rivolta attaccò il nord dell'Inghilterra. Nell'estate del 1174, dopo alcuni parziali successi dei ribelli, fu sconfitto e catturato il re di Scozia, Guglielmo che rese omaggio ad Enrico II che dopo la resa del conte di Norfolk, Ugo, alla fine dell'estate, sbarcò nel nord della Francia, dove Luigi VII tolse l'assedio a Rouen. La ribellione era finita, Enrico il Giovane ricevette una rendita adeguata dal padre, ma dovette rinunciare a partecipare al governo sia del regno che dei feudi francesi, pur mantenendo i titoli.
All'età di diciassette anni Riccardo fu l'ultimo tra i suoi fratelli ad arrendersi al padre, benché alla fine si rifiutasse di affrontarlo faccia a faccia, ed umilmente chiese il suo perdono. Dopo diciotto mesi, alla fine della rivolta Riccardo compì un nuovo giuramento di fedeltà al padre e, dopo poco, Riccardo fu inviato nel suo feudo d'Aquitania dove dovette dare prova della sua capacità di combattere e governare mentre il fratello Goffredo fu inviato suo feudo di Bretagna.
Alla fine solo la madre, Eleonora d'Aquitania, che, nel 1173, era stata catturata dalle truppe realiste mentre cercava di raggiungere Parigi, dopo aver passato l'anno di guerra prigioniera a Rouen, pagò per la rivolta, infatti fu rinchiusa, per circa quindici anni, prima nel castello di Winchester e poi in quello di Sarum.

Poco tempo dopo scoppiò uno scandalo che coinvolse suo padre. Infatti nel gennaio 1169 Enrico II aveva raggiunto un accordo con il re di Francia Luigi VII affinché la figlia di questi, Alice (o Adele) fosse promessa sposa a Riccardo; per tale motivo la ragazza fu inviata in Inghilterra, dove Enrico ne divenne tutore e la mantenne nella sua corte per molti anni, ma favorendo commenti maliziosi.
Nel 1177 si giunse ad un vero e proprio scandalo con relativi attriti tra Francia e Inghilterra. In quell'anno il cardinale Pietro di S. Crisogono, amico del papa Alessandro III, minacciò di porre l'interdetto su tutti i territori continentali di Enrico II, se non si giungeva alle nozze tra Riccardo e Adele, ponendo fine alle voci.
Enrico riuscì a rabbonire il re francese, ma la ragazza rimaneva ancora alla sua corte. Questo favorì le voci che parlarono di una relazione tra i due e che da questa era nato un figlio. Questo rese impossibile il matrimonio tra i due promessi. Ma il padre Enrico II scoraggiò Riccardo dal rompere il fidanzamento per la dote di Adele che era il Vexin, un regione francese, inoltre Adele era la figlia di Luigi VII suo alleato e non voleva contrariarlo; Riccardo non ruppe il fidanzamento.
Nel 1186, Riccardo che era profondamente innamorato di Berengaria di Navarra, figlia del re di Navarra Sancho VI il Saggio e Sancha di Castiglia, a Gisors, ancora una volta accontentò il padre, promettendo che avrebbe sposato Alice.
Poi, nel luglio 1189, dopo la morte di suo padre, Enrico II, col trattato di Colombières, con Filippo II Augusto di Francia, Riccardo confermò il matrimonio per mantenere il possesso della dote.
Ma, nel 1190, dopo essere partito per la terza crociata, dispose che Alice fosse rinviata da suo fratello, Filippo II, con cui avrebbe portato avanti la crociata, e si ritenne libero di poter sposare finalmente Berengaria.

Dopo il fallimento della rivolta contro il padre, Riccardo si concentrò nel domare le rivolte nei suoi territori, provocate dai nobili insoddisfatti dell'Aquitania e soprattutto della Guascogna. Poco prima del Natale del 1178, strinse d'assedio la fortezza di Pons, covo del pericoloso ribelle Goffredo di Rancon, che si era messo a capo della cospirazione contro l'autorità ducale. La durezza della repressione comportò però un ulteriore rivolta nel 1179. I ribelli sperarono di detronizzarlo chiedendo aiuto ai suoi fratelli, Enrico e Goffredo. Lo scontro finale avvenne nella primavera del 1179 nella valle di Charente. La fortezza di Taillebourg una roccaforte considerata fino ad allora inespugnabile, era circondata su tre lati da profondi strapiombi e sul quarto lato c'era una città che aveva tre cinta di mura.

Riccardo prima saccheggiò e distrusse le fattorie e le terre che circondavano la fortezza, per lasciare gli assediati senza rifornimenti e senza vie di fuga. Gli abitanti della fortezza a questo punto attaccarono lasciando la sicurezza delle loro mura, ritenendo di poter sconfiggere Riccardo; ma questi fu così abile da annientare l'esercito nemico ed inseguire gli assediati fin dentro la città che aveva ormai le porte aperte; qui in due giorni fu in grado di conquistare il castello. La vittoria di Riccardo a Taillebourg fece cambiare idea a molti baroni ribelli, costringendoli a dichiarare la loro fedeltà e rese celebri le sue doti di comandante militare.

Nel 1181-1182 Riccardo dovette fronteggiare una rivolta per la successione alla contea di Angoulême. I suoi nemici si rivolsero a chiedere aiuto al nuovo re francese Filippo II Augusto, e la lotta divampò attraverso il Limosino e Perigord. Riccardo fu accusato di numerosi atti di crudeltà in queste regioni; comunque con l'appoggio di suo padre e suo fratello maggiore, portò con successo a termine la guerra contro Aimaro V di Limoges e ed il Conte Elie di Perigord.

Dopo aver annientato i suoi baroni ribelli, le sue attenzioni si rivolsero alla corona inglese. Tra il 1180 e il 1183 le tensioni tra Enrico e Riccardo aumentarono, quando il padre Enrico II gli ordinò di rendere omaggio al fratello Enrico il Giovane, Riccardo si rifiutò.
Verso la fine del 1182, sorse una disputa tra Riccardo e il fratello Enrico, che all'inizio del 1183, arrivò allo scontro aperto, che sconvolse l'Aquitania per circa un anno; il re di Francia, Filippo II Augusto, il duca di Borgogna, Ugo III, ed il conte di Tolosa, Raimondo V, si schierarono con Enrico il Giovane, mentre con Riccardo si schierarono il fratello Goffredo ed il re d'Aragona, Alfonso II il Casto. La guerra terminò per la morte di Enrico, cosicché il duca di Borgogna, Ugo ed il conte di Tolosa, Raimondo rientrarono nei loro possedimenti e Riccardo rimase padrone della situazione, anche se il fratello più giovane, Giovanni, tentasse invano di invadere l'Aquitania.
Con la morte di Enrico il Giovane, Riccardo divenne il figlio più grande e quindi erede al trono inglese, ma egli dovette continuare ancora la lotta contro suo padre.

Per rafforzare la sua posizione, nel 1187 Riccardo si alleò con lo stesso Filippo II. Nel novembre dello stesso anno rese omaggio al re francese, non solo per l'Aquitania, ma anche per i suoi diritti sulla Normandia e l'Angiò.

Poi giunse la notizia della sconfitta di Hattin, e Riccardo prese la croce a Tours come molti altri nobili francesi, con il progetto di partire, al più presto, per la Crociata in Terrasanta. Era l'anno 1187.
Nel 1188, Riccardo e il padre, Enrico II si trovarono alleati contro Filippo II, ma poco dopo il loro rapporto si guastò e Enrico progettò di dare l'Aquitania a suo figlio minore Giovanni. L'anno dopo, 1189, dato che Riccardo e Filippo II si erano nuovamente alleati, Enrico II pensò seriamente di nominare Giovanni erede al trono; allora Riccardo e Filippo II organizzarono una spedizione contro Enrico II. Il 4 luglio 1189 i soldati di Riccardo e di Filippo II sconfissero l'esercito di Enrico II a Ballans. Enrico II accettò come erede Riccardo. Due giorni dopo Enrico II, che già era ammalato, moriva a Chinon e Riccardo I gli succedeva come Re d'Inghilterra, Duca di Normandia e conte del Maine e d'Angiò. Si sospettò che egli avesse causato la morte del padre. Il 20 luglio 1189 fu incoronato duca, e il 3 settembre a Westminster fu incoronato re.

Riccardo, che era vissuto quasi sempre in Francia, fece un giro per conoscere meglio il regno d'Inghilterra, preannunciando che il suo primo obiettivo era la crociata; uno dei suoi primi atti fu di donare la contea di Mortain, in Normandia, e vaste tenute inglesi (tra l'altro le rendite dei baronati di Gloucester e di Lancaster) al fratello Giovanni. Conferì l'incarico di cancelliere e di Gran Giustiziere a Guglielmo di Longchamp e partì per la Terra Santa, per prendere parte alla Terza Crociata.

(Per saperne di più visita la pagina relativa alla Terza crociata)

Nel febbraio del 1193, il Saladino morì e Riccardo decise di rientrare in Europa. Durante il viaggio di ritorno, Riccardo, pur essendo in vesti di pellegrino fu riconosciuto e catturato dal duca d'Austria, Leopoldo V, che riteneva Riccardo responsabile della morte di Corrado del Monferrato, e inoltre si riteneva offeso per una ingiuria ricevuta da Riccardo al tempo della crociata.

Durante la prigionia, Riccardo ricevette l'offerta da parte dell'imperatore, Enrico VI, di diventare re di Arles o delle due Borgogne, purché gli rendesse l'omaggio feudale; pare che Riccardo fosse disposto ad accettare e anche di rendere omaggio all'imperatore per l'Inghilterra, ma la proposta di Enrico VI non ebbe seguito.

Riccardo aveva deciso di rientrare in Inghilterra alla fine del 1192, perché raggiunto dalla notizia che la discordia sorta tra suo fratello Giovanni ed il cancelliere, Guglielmo di Longchamp[7], aveva portato alla destituzione di quest'ultimo, che nel frattempo aveva lasciato l'Inghilterra e dopo la sua cattura ad opera di Leopoldo V, Giovanni aveva cercato di farsi eleggere re, diffondendo la notizia della morte di Riccardo. Ma quando Hubert Walter, arcivescovo di Salisbury, portò la notizia che Riccardo era vivo, la posizione di Giovanni si fece delicata; infatti diversi funzionari si recavano in Germania per ricevere ordini direttamente da Riccardo e i baroni normanni non vollero più avere a che fare con Giovanni, mentre i suoi piani per resistere in Inghilterra furono scoperti e prima del rilascio di Riccardo si rifugiò alla corte di Francia. Riccardo al suo arrivo in Inghilterra, trovò la situazione sotto il controllo di Hubert Walter, che fu nominato cancelliere e Gran Giustiziere.
Quando Riccardo fu liberato da Enrico VI, nel 1194, il nipote, Ottone, fu uno degli ostaggi che garantirono per Riccardo alla corte imperiale. Riccardo dapprima cercò di garantire al nipote la successione al trono di Scozia, organizzandogli il matrimonio con Margherita, la figlia di Guglielmo I di Scozia, ma il piano fallì e lo investì dalla contea di Poitiers.
Alla morte dell'imperatore, Enrico VI, Riccardo si prodigò affinché il nipote fosse eletto, nel 1198, Re dei Romani, in contrapposizione a Filippo di Svevia. Ma, alla morte di Riccardo, nel 1199, il suo successore, Giovanni Senza Terra, non lo sostenne più.


Comunque Riccardo, arrivato in Normandia, alla fine del 1194, e trovando che Filippo II Augusto, approfittando della sua assenza aveva cercato di sottrargli diversi feudi, reagì immediatamente e in poco più di un anno Riccardo, con l'accordo di Louviers del 1196, riuscì a riprendersi tutti i suoi territori e col successivo matrimonio della sorella Giovanna con Raimondo VI di Tolosa, rafforzò la sua posizione nel sud della Francia.
Dopo la ripresa della guerra, nel 1198, che Riccardo vinse facilmente contro Filippo II, fu concordata una tregua di cinque anni, all'inizio del 1199. Pochi mesi dopo, il 6 aprile 1199 Riccardo morì, in seguito ad una ferita, a Châlus, nel Limosino, assediando il castello di un vassallo ribelle. Il cervello di Riccardo fu sepolto nell'abbazia di Charroux nel Poitou, il suo cuore fu sepolto a Rouen in Normandia, mentre il resto del suo corpo fu inumato ai piedi di suo padre, nell'Abbazia di Fontevrault, in Angiò. Il suo erede era il nipote, figlio di suo fratello Goffredo, il duca di Bretagna, Arturo I, che ottenne solo l'Angiò, mentre il fratello Giovanni gli subentrò come re d'Inghilterra, duca di Normandia, conte del Maine e duca d'Aquitania e di Guascogna.