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Nacque a Valladolid, erede manifesto e unico figlio legittimo dell'Imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V, e della regina consorte Isabella del Portogallo. Non ancora re, il suo primo matrimonio (1543) fu con sua cugina, la principessa Maria Emanuela d'Aviz, che gli diede un figlio, Don Carlos di Spagna (1545 – 1568). In seguito alla morte della consorte Maria nel 1545, strinse un'alleanza con l'Inghilterra sposando nel 1554 la cattolica Regina Maria I d'Inghilterra (detta la "Cattolica" o la "Sanguinaria"), della casata Tudor, che morì poco dopo, nel 1558. Il matrimonio, impopolare tra i suoi sudditi, fu una mossa puramente politica. Il 16 gennaio 1556, Filippo salì al trono di Spagna a seguito dell'abdicazione del padre, ma non si trasferì in Spagna fino alla morte di questi, due anni dopo.
Proclamatosi leader della Riforma Cattolica, assunse il trono ereditando enormi risorse: da suo padre i domini degli Asburgo in Spagna, Italia e Borgogna, comprendenti la Castiglia, l'Aragona, la Sardegna, i Paesi Bassi, la Franca Contea, Napoli, la Sicilia, il ducato di Milano e le colonie nell'America latina, che erano molto più redditizie dell'impero del padre in Germania.
Filippo II - anche per sottolineare il suo ruolo di guardiano dell'ortodossia cattolica - fece costruire l'austera seppur grandiosa reggia di San Lorenzo del Escorial. La pianta dell'edificio ha la forma di una graticola in ricordo del supplizio di morte subito da san Lorenzo arso vivo.
Nei suoi 42 anni di regno, la pace non durò più di 6 mesi. La morte di Carlo V inoltre divise i territori degli Asburgo, liberando Filippo dall'impegno di governare gl'instabili domini tedeschi, che sarebbero stati successivamente conquistati dal ramo austriaco della famiglia.
Durante il regno di Filippo la potenza spagnola in Europa conobbe forse il suo acme. Dopo la morte di Solimano il Magnifico nel 1566, l'avanzata turca nel Mediterraneo continuò nel 1570 con la conquista dell'isola veneziana di Cipro — l'ultimo avamposto cristiano nella regione. Il Papa e l'Europa cristiana sollecitarono Filippo, al massimo della sua potenza, a fermare l'avanzata ottomana. Filippo formò una Lega Santa per contrastare il potere navale sul Mediterraneo dell'Impero ottomano. Le navi da guerra spagnole e veneziane, rinforzate da volontari accorsi da tutta Europa, sconfissero duramente i Turchi nella Battaglia di Lepanto, combattuta il 7 ottobre 1571. Quest'impresa rilanciò il ruolo della Spagna come potenza europea e del suo sovrano come guida della Riforma cattolica, oltre a sfatare il mito dell'invincibilità della potenza turca e riportare entusiasmo e fiducia tra i cattolici.
Dopo la morte della moglie, Maria Tudor, avvenuta nel 1558 senza l'arrivo di un figlio, Filippo si mostrò dapprima interessato a sposarne la sorella minore, la protestante regina Elisabetta I d'Inghilterra, tuttavia il recente matrimonio di Maria Stuarda con Francesco II lo portò a ritrattare le sue intenzioni in quanto, se avesse eccepito la discendenza di Elisabetta avrebbe sì privato la corona inglese del regno di una protestante, confermando dunque la sua posizione di paladino della controriforma, ma avrebbe permesso poi di divenire regina a Maria Stuart che in quel momento si trovava ad essere moglie del re di Francia e sovrana di Scozia. Filippo credeva che suo figlio Don Carlos avesse cospirato contro di lui e lo imprigionò. Quando poco dopo suo figlio morì, i suoi nemici accusarono Filippo di aver ordinato l'esecuzione del suo stesso figlio. Non ci sono prove determinanti e le circostanze della morte di Don Carlos sono rimaste controverse.
Nel 1559 la sessantennale guerra con la Francia si concluse con la firma della Pace di Cateau-Cambrésis. Fece parte del processo di pace il terzo matrimonio di Filippo con la principessa Elisabetta di Valois, figlia di Enrico II di Francia, che in effetti era stata precedentemente promessa a suo figlio Don Carlos. Elisabetta (1545 – 1568), diede alla luce due figlie, ma nessun maschio. La sua quarta moglie, Anna d'Austria, figlia di Massimiliano II, gli diede un erede, Filippo III.
Durante il regno di Filippo II fu fondata nell'America settentrionale la colonia della Florida.
Ma il suo regno fu tormentato da problemi finanziari e minacciate invasioni da parte musulmana, come anche dal conflitto con l'Inghilterra e la rivolta dei Paesi Bassi. Inoltre Filippo dovette affrontare le ribellioni contro il suo governo nella stessa Spagna, soprattutto la rivolta dei Moriscos ( discendenti di quei musulmani convertiti con la forza al cattolicesimo durante la guerra della Reconquista portata avanti dai re cattolici, Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, e terminata nel 1492 con la vittoria di Granada ). I Moriscos, che all'epoca erano circa 200.000, dislocati nella bassa Castiglia, erano fonte di preoccupazione per Filippo II che temeva eventuali alleanze con i berberi che abitavano nelle vicine coste del Nordafrica. Iniziò una dura repressione dichiarando fuorilegge perfino la lingua araba e provocando una vera e propria diaspora. L'impegno prodotto in queste azioni fu il motivo del ritardo con cui il sovrano accettò di entrare a far parte della Lega Santa tanto auspicata da papa Pio V per frenare l'avanzata turca.
Si dovette anche occupare della rivolta dell'Aragona in seguito alla vicenda di Antonio Perez, che Filippo cercò di arrestare attraverso l'Inquisizione, violando i diritti tradizionali (fueros) dell'Aragona.
La situazione difficile della Spagna nei Paesi Bassi a causa della loro rivolta, la sconfitta della sua Invincibile Armata nel 1588, e lo sforzo economico di condurre così tante guerre con una insufficiente base tassabile avrebbe portato al collasso dell'egemonia spagnola alla morte di Filippo nel 1598. Nelle diciassette province dei Paesi Bassi, Filippo continuò la forte pressione fiscale esercitata dai tempi di Carlo V. Come questi, Filippo continuò ad escludere l'aristocrazia locale dall'amministrazione locale, preferendo una Consulta di nobili castigliani, mantenendo un esercito di occupazione ed una Inquisizione locale per fermare l'avanzata del Calvinismo.
In seguito alla rivolta calvinista del 1566, Filippo si impegnò per eliminare il tradimento e l'eresia. Imponendo una nuova tassa sulle entrate di circa il 10% per le spese militari, la decima, fece solo peggiorare la situazione dei Paesi Bassi. Di nuovo, la regione si ribellò apertamente nel 1568 sotto la guida di Guglielmo I d'Orange, principe di Nassau, detto il Taciturno. Egli fu sconfitto dalla brutale reazione spagnola capitanata dal Duca d'Alba, che convocò il Consiglio dei torbidi (o Consiglio del sangue, come sarebbe stato conosciuto in seguito), per condannare a morte migliaia di persone e confiscarne le terre. Ma dopo la pace di Gand nel 1576, le truppe spagnole, poco nutrite e poco pagate, precedentemente considerate invincibili, specialmente dopo la felice campagna contro gli Ottomani, si ribellarono. I calvinisti olandesi dichiararono che i soldati spagnoli dovevano essere espulsi e che loro avrebbero dovuto governarsi con i propri Stati Generali. Ma gli spagnoli sfruttarono le differenze religiose, culturali e linguistiche tra le province settentrionali e meridionali, aizzando i nobili locali uno contro l'altro e riconquistando le province meridionali. Sicure dietro la protezione del delta del Reno, le province settentrionali dei Paesi Bassi si organizzarono come le Province Unite.
Le sette Province Unite dichiararono definitivamente la loro indipendenza dal Regno di Spagna nel 1581 (dopo l'Unione di Utrecht del 1579). Il loro leader, Guglielmo I d'Orange fu messo fuori legge da Filippo, e assassinato nel 1584 da un fanatico cattolico.
A parte le perdite per il fallimento di alcune imprese oltremare, la politica interna di Filippo II accelerò il declino economico della Spagna. Troppo potere era concentrato nelle mani di Filippo. A differenza dell'Inghilterra, la Spagna era governata da numerose assemblee: le Cortes della Castiglia, assieme all'assemblea della Navarra e le tre assemblee regionali dell'Aragona. Invece la Francia era divisa in Stati regionali, ma aveva un'unica assemblea degli Stati Generali. La mancanza di un'assemblea principale portò ad un eccesso di potere sulle spalle di Filippo. L'autorità era esercitata da agenti designati dalla corona e i viceré seguivano le istruzioni del sovrano. Filippo, un amministratore maniacale nel dettaglio, presiedeva a Consigli specializzati per gli affari di Stato, per la finanza, la guerra, e l'Inquisizione. Mai fiducioso verso i propri funzionari, Filippo li fece controllare l'un l'altro, costruendo una burocrazia macchinosa e inefficiente, a volte a danno dello Stato (come nella vicenda di Antonio Perez). Le proposte di trasferire la capitale a Lisbona, dalla fortezza castigliana di Madrid — la nuova capitale in cui Filippo si era trasferito da Valladolid — avrebbero forse permesso un certo grado di decentralizzazione, ma Filippo si oppose fermamente a tali richieste.
Il regime di Filippo contrastò nettamente l'agricoltura e favorì l'allevamento di pecore, costringendo la Spagna ad importare enormi quantità di grano e altro cibo dal 1565 circa. Dominando un sistema di classi rigido e conservatore, la Chiesa e l'alta nobiltà erano esenti dalle imposte mentre la pressione fiscale ricadeva sproporzionatamente sulle classi impegnate nel commercio, nell'artigianato e nella manifattura.
A causa dell'inefficienza della burocrazia spagnola, anche l'attività produttiva era ostacolata dai provvedimenti del governo. L'espulsione degli Ebrei (poi detti "Sefarditi") e dei Mori dalla Spagna privò questa di banchieri e di esperti artigiani.
Anche se l'inflazione del XVI secolo a livello europeo è un fenomeno vasto e complesso, il flusso di metalli preziosi dalle Americhe contribuì a quella che sarebbe stata chiamata "Rivoluzione dei prezzi". Sotto il regno di Filippo, la Spagna vide aumentare i prezzi del 500%. A causa dell'inflazione e del grande carico fiscale sui prodotti manifatturieri spagnoli, le ricchezze della Spagna furono scialacquate dalla ricca aristocrazia su beni importati, e da Filippo nelle sue guerre. Solo i proventi dell'impero coloniale nelle Americhe manteneva la Spagna a galla, nonostante portasse inflazione, prima della prima bancarotta del 1557, a causa dei crescenti costi delle campagne militari. La base tassabile spagnola, dipendente dalle entrate provenienti dalla Castiglia e dai Paesi Bassi, era troppo piccola per supportare le avventure oltremare di Filippo. Egli si appoggiò così sempre più sui prestiti di banchieri, soprattutto genovesi e di Augusta. Alla fine del suo regno, i pagamenti degli interessi di questi prestiti si portavano via da soli il 40% delle entrate del Regno.
Nel frattempo Filippo annesse il Regno del Portogallo, e il successo della colonizzazione in America rafforzò la sua posizione economica, permettendogli una maggiore aggressività verso i suoi nemici. Nel 1580 il ramo regnante della famiglia reale portoghese morì in tutti i suoi elementi durante una disastrosa campagna militare in Marocco, dando a Filippo il pretesto per rivendicare il trono attraverso sua madre, che era una principessa portoghese. Quando Lisbona rifiutò il suo reclamo egli ne organizzò l'assorbimento, invadendo, annettendo, e salendo al trono, che sarebbe stato occupato dalla Spagna per sessant'anni. In questo modo Filippo aggiunse ai suoi possedimenti un vasto impero coloniale in Africa, Brasile, e nelle Indie Orientali, portando un nuovo flusso d'oro a Madrid. Nella conquista del Portogallo comunque, Filippo mostrò tatto, tagliandosi la barba e vestendo alla maniera Portoghese e governando da Lisbona per i due anni seguenti, mantenendo i privilegi e i fueros portoghesi.
Dopo la morte della cattolica Maria Tudor, moglie di Filippo, il trono d'Inghilterra era andato ad Elisabetta, la figlia protestante di Enrico VIII. Ma per la loro avversione al divorzio, questa unione era considerata illegale dai cattolici inglesi, che invece reclamavano il trono per Maria I di Scozia, discendente cattolica di Enrico VII.
L'esecuzione di Maria nel 1587 diede a Filippo il pretesto per un'invasione dell'isola. Filippo allestì così la famosa Invincibile Armata, con centotrenta galeoni e trentamila uomini a bordo. Nonostante l'imponenza della flotta spagnola, il cosiddetto "Vento protestante" distrusse le speranze di Filippo, permettendo alla piccola e agile flotta inglese di tartassare i pesanti galeoni spagnoli. Filippo allestì altre due armate, entrambe senza successo, e questa particolare guerra tra Spagna e Inghilterra arrivò ad uno stallo, fino alla morte dei due sovrani.
La disfatta dell'Invincibile Armata comportò anche il successo della ribellione dei Paesi Bassi. Filippo, malato per i restanti dieci anni della sua vita, lasciò la Spagna arretrata rispetto ai suoi vicini dell'Europa occidentale.
Tra il 1590 e il 1598 fu ancora in guerra contro il Re ugonotto Enrico IV di Francia, alleandosi con il Papa e il duca di Guisa nella Lega Cattolica durante le Guerre di religione in Francia. L'intervento di Filippo (con l'invio di Alessandro Farnese, Duca di Parma per spezzare l'assedio di Parigi nel 1590, e ancora a Rouen nel 1592), per supportare la fazione Cattolica, anche se produsse vittorie militari, fu disastrosa sul fronte olandese, permettendo ai ribelli di riorganizzarsi e rinforzare le difese. Enrico IV di Francia fu inoltre abile ad identificare la fazione cattolica con un nemico straniero (Filippo e la Spagna) danneggiando la causa cattolica in Francia.
Alla fine del secolo, il regno di Filippo era un fallimento pressoché completo, con i Paesi Bassi liberi e i progetti spagnoli sull'Inghilterra compromessi. Alla sua morte, l'annessione del Portogallo rimase uno dei suoi maggiori successi, destinata a durare ancora per un po'. Così, nonostante la grandissima disponibilità di metalli dall'America e l'annessione del Portogallo, e il supporto derivante dal progetto di Controriforma, il governo di Filippo risultò devastante per la Spagna.
Mentre la Spagna correva incontro al disastro, la letteratura conosceva un'età d'oro, a dispetto della censura della Controriforma. In seguito alla sconfitta dell'Invincibile Armata, l'arte spagnola divenne oscura e pessimistica. La più brillante manifestazione di questo è il Don Chisciotte di Miguel Cervantes, che è forse una rappresentazione satirica delle "imprese" spagnole in Inghilterra e nei Paesi Bassi.
Filippo fece bancarotta nel 1596. Morì nel 1598 e gli successe suo figlio, il Re Filippo III. Alcune teorie narrano che i nemici di Filippo (generalmente propagandisti protestanti), crearono la Leggenda nera di Spagna rappresentando Filippo II come un tiranno assetato di sangue, tra le altre cose. Questo punto di vista è stato sconfessato recentemente dagli storici.