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L'occidentale e l'altro


Questa famosa foto rappresenta emigranti italiani verso l'America, il "Nuovo Mondo". Verso la speranza di benessere e di riscatto che in patria non potevano trovare.
Qui, in America, i nostri emigranti venivano trattati con disprezzo, guardati a vista, sporchi, portatori di chissà quali malattie, di degrado.
Quello che succede oggi in Europa nei confronti degli emigranti africani o dell'est europeo.
Ma da secoli la mentalità "occidentale" vedeva l'altro, lo straniero, come qualcosa di pericoloso da allontanare, convertire, segregare o, se questo non serviva, sterminare.
L'arrivo degli Europei nei vari continenti, comportò tutto questo, con la conseguente sparizione di civiltà e culture. Basti pensare alle civiltà del centro e sud america (Maya, Atzechi, Incas), o le tristemente famose riserve indiane, tipico esempio di conservazione culturale.
Colui che si parava davanti all'europeo o aveva qualche elemento che poteva essere paragonato alla cultura europea (la cultura orientale cinese, venne sempre se non paragonata, assimilata a quella occidentale), oppure era mostruoso e blasfemo. Lo stesso Colombo, sbarcato in centro America, cercava le figure mostruose che i libri su cui aveva studiato, dicevano trovarsi ai bordi orientali del mondo conosciuto (che per il genovese erano occidentali, credendo egli di essere arrivato in Asia). Li cercava perché sarebbero stati la prova della buona riuscita del suo viaggio, e il raggiungimento delle Indie. I cannibali, gli diedero l'opportunità di fare ciò.
La tratta degli schiavi, modificò pesantemente la struttura sociale africana, privandola delle braccia che potevano lavorare, cosa che renderà cronicamente dipendenti i Paesi africani, dai prodotti europei.
Oggi si ripete la stessa cosa, solo che l'altro, non è quello trovato andando in altri luoghi, ma arriva
direttamente da noi.
Che fare? Ovviamente loro portano degrado, malattie, rubano. Certo, se anche noi fossimo buttati inmezzo alla strada senza più niente, come ci comporteremmo.
Indubbiamente chiunque si sposta in un altro Paese, sottostà alle leggi del luogo, ed è giusto che chi viene qua debba fare lo stesso. Ma vedere in loro in toto come un pericolo, un processo da fermare, è semplicemente assurdo. Non solo non è possibile fermare questo processo, ma è anche inutile rispedirli da dove sono venuti.
Senza contare un processo ormai in corso da tempo, probabilmente destinato a continuare: la popolazione del cosiddetto Terzo e Quarto Mondo, sta crescendo vertiginosamente, mentre quella dei Paesi "occidentali" non solo non cresce, ma in alcuni casi cala.
Se all'inizio dell'età moderna la popolazione europea aveva la forza e la necessità di espandere le proprie frontiere, oggi questo non avviene più e altre forze si affacciano sulla scena mondiale. Chiudere le frontiere non solo può essere inutile, ma anche deleterio.
Ciò che bisognerebbe cercare di fare, è non vedere l'altro come qualcosa di diverso o di mancante, ma come qualcosa di diverso e non comparabile. Cultura da valutare per ciò che ha e non per ciò che non ha, nei nostri confronti.