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La battaglia di Poitiers


Lo scontro avvenuto a Poitiers (732 d.C.) tra le forze franche di Carlo Martello e quelle arabe musulmane di ʿAbd al-Raḥmān ibn ʿAbd Allāh al-Ghāfiqī, fu in fin dei conti una semplice scaramuccia, ma ebbe un'enorme eco nella cristianità.
I franchi avevano fermato gli invasori infedeli, che ormai imperversavano per l'Europa, avendo conquistato gran parte della penisola iberica. Per gli arabi fu invece un evento di poca rilevanza, potendo eventualmente armare un nuovo esercito in poco tempo e soprattutto perché in quello stesso periodo, interessava loro la presa di Costantinopoli, già fallita con l'assedio del 717 d.C.
Dalla parte franca invece fu molto utile per permettere il consolidamento dei Pipinidi (dinastia di Carlo Martello) a scapito dei Merovingi.

L'esercito cristiano attese il nemico in mezzo alla confluenza di due fiumi, il Clain e il Vienne, schierandosi in un'unica formazione, robusta e profonda, formata da una prima linea nella quale si era disposta la fanteria pesante intervallata da piccoli reparti di cavalleria. Altri cavalieri si erano posizionati sui lati esterni della seconda linea, lasciando il vuoto nella parte centrale per evitare improvvisi aggiramenti. Inoltre alla sinistra dello schieramento, molto arretrato e nascosto in un bosco, vi era Oddone I d'Aquitania insieme alla sua cavalleria. Gli arabi invece avevano l'ala sinistra formata da cavalleria leggera che si "appoggiava" al fiume Clain; la parte centrale, composta interamente da fanti ed arcieri, si era posizionata sulla antica via romana, mentre l'ala destra del fronte musulmano era schierata su una bassa collina. Dietro ad ognuna delle due ali vi erano posti due schieramenti di cammelli da trasporto: gli arabi infatti sapevano che l'odore pungente di questi animali poteva far imbizzarrire i cavalli dei franchi smobilitandone le schiere.

Dopo che gli eserciti si erano fronteggiati, addirittura per una settimana, cominciò la vera e propria mischia, dall'alba al tramonto: gli arabi si lanciarono all'attacco per primi facendo partire le cavallerie dei berberiche investirono i fanti cristiani con una vera e propria pioggia di giavellotti, concentrando ripetuti assalti nelle zone del fronte avversario dove credevano possibile l'apertura di un varco. La linea di condotta di Carlo Martello fu quella di non cadere nella tattica musulmana dell'al-qarr wa al-farr : cioè dell'attacco seguito da una programmata ritirata, mirante ad illudere l'avversario dell'imminenza di una facile vittoria e di un ancor più facile bottino. Ordinò dunque che i suoi guerrieri attendessero l'attacco senza altra replica che non fosse quella del momentaneo corpo a corpo, impartendo severe disposizioni affinché i suoi uomini non cadessero nella tentazione dell'inseguimento del nemico in apparente fuga.

Il suo "muro di ghiaccio" resse splendidamente, forte anche della scarsa velocità delle sue cavalcature europee che s'accompagnava però a una loro maggior solidità, a fronte dell'agilità della cavalcature arabo-berbere ma d'una loro scarsa resistenza e d'una minor mole. Quando gran parte della cavalleria dei saraceni era ormai persa contro gli scudi, ma soprattutto contro le picche dei fanti cristiani, Carlo Martello diede un segnale che fece sbucare, dal bosco in cui era nascosta, la cavalleria di Oddone che caricò il fianco destro dei musulmani travolgendolo e mettendolo in fuga. Nel frattempo cominciava l'avanzata compatta della fanteria che, abbandonate le posizioni di partenza, travolse tutto ciò che le si poneva di fronte. I fanti musulmani, privi di corazzatura, non potevano reggere il corpo a corpo con i rozzi guerrieri del nord, pesantemente armati. Dallo scontro si passò quindi alla carneficina, che durò fino al tramonto quando anche ‘Abd al-Rahman venne ucciso da un colpo d'ascia, infertogli forse dallo stesso Carlo Martello. Quando si sparse questa notizia gli arabi sopravvissuti scapparono rapidamente, lasciando sul terreno feriti e tende, ma soprattutto il bottino conquistato durante tutte le razzie in Aquitania. La storiografia araba non dà una descrizione dell'andamento della battaglia molto diverso da questo.