Muḥammad ibn ˁAbd Allāh ibn ˁAbd al-Muţţalib al-Hāshimī, Maometto, nacque a Mecca nel 570 d.C. (-54 nel calendario Islamico). Appartenente ad un clan di mercanti, rimase presto orfano sia della madre che del padre. Nei suoi viaggi ebbe modo di conoscere comunità ebraiche e cristiane.
Dopo aver sposato nel 595 d.C. (-28 n.c.I.) Khadija bint Khuwaylid, sua unica moglie, si dedicò assiduamente alle riflessioni spirituali.
Nel 610 d.C. (-12 n.c.I.) in base a una Rivelazione ricevuta dall'arcangelo Gabriele, iniziò a predicare una religione monoteista, in una regione dominata dal politeismo e divisa tra coltivatori sedentari e mercanti carovanieri nomadi.
Man mano che il suo successo cresceva, però i rapporti con le famiglie della città si logoravano. Nel 622 (0 n.c.I.) fu costretto alla fuga, è questa l'egira (pron. ishrà) che i musulmani prendono come riferimento nel loro calendario. Si recò all'oasi di Yatrib, che poi diventerà Medina, Città del Profeta.
Città divisa da contese tribali, Maometto s'impose come capo religioso e politico. In poco tempo si creò un piccolo Stato inquadrato dal Profeta sotto la religione islamica. Quando nel 629 d.C. (7 n.c.I.) i suoi membri si recarono in pellegrinaggio alla Mecca, conquistarono la città con la forza e imposero la religione islamica.
Maometto non solo diede vita ad una religione monoteista, ma unità politica ad una comunità, quella araba, fortemente divisa. Nel 632 d.C. (10 n.c.I.) morì, aprendo una crisi istituzionale, aprendo anche nuove questioni, considerando che il successore del Profeta non era il Profeta, doveva perdere dunque tutte le prerogative che Maometto aveva (come quella di essere portavoce di rivelazioni). Iniziò l'età dei Quattro Califfi immediati successori di Maometto, legati da vincoli familiari, che diedero il via alle conquiste militari al di fuori della penisola araba.