"Francia e Inghilterra potevano scegliere tra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore. Avranno la guerra"
(W. Churchill)
Così uno dei più grandi statisti contemporanei commentò gli accordi di Monaco di Baviera del settembre del 1938. Vi parteciparono Adolf Hitler, Edouard Daladier (Francia), Neville Chamberlain (Gran Bretagna), e Benito Mussolini (Italia). Per scongiurare la guerra la Francia e la Gran Bretagna, seguendo la politica "dell'appeasement" (accordo), autorizzarono la Germania ad occupare la regione dei Sudeti.
Circa un mese dopo, nella notte tra il 9 e il 10 novembre si scatenerà l'ondata antisemita, nella tristemente famosa Notte dei Cristalli.
Ma questa è l'ultima fase di un processo iniziato già con la pace di Versailles, alla fine della Grande Guerra.
Alla Germania fiaccata dalle pesanti richieste da parte dei vincitori, accusata di essere la causa dello scoppio della guerra viene imposto il pagamento di pesantissime indennità e condizioni di pace vessatorie fra cui la restituzione dell'Alsazia-Lorena, la smilitarizzazione della Renania, la riduzione della flotta navale e dell'esercito. Questa umiliazione consentì alla Francia di vendicare la sconfitta della guerra franco-prussiana (vedi qui), ma nel contempo pose le basi per la sete di vendetta della Germania, covata fino allo scoppio della seconda guerra.
Un altro grande aspetto che pose le condizioni per lo scoppio della guerra nel '39 fu il crollo di Wall Street del 1929. La Germania, già appesantita dal pagamento annuale delle indennità di guerra, precipitò in una gravissima crisi economica, caratterizzata dalla totale svalutazione della moneta tedesca e da un altissimo tasso di disoccupazione. Questo favorì l'ascesa dello NSDAP (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei, partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi) che proponeva l'aumento dei posti di lavoro e il miglioramento delle condizioni dei lavoratori.
In pochi anni il partito riuscì ad ottenere sempre più consensi tra la popolazione. Dal 1930 al 1933 il partito passò dal 18,3% a forza di maggioranza, dando a Hitler la carica di Cancelliere. Subito vennero seguite le linee base del partito: militarizzazione, antisemitismo e conquista del cosiddetto "spazio vitale". In questo clima di tensione, i capi di stato degli altri paesi cercarono più che altro di evitare un nuovo conflitto mondiale, concedendo sempre di più a Hitler (1936 rioccupazione della Renania, 1938 annessione dell'Austria, l'Anschluss e 1939 Praga).
Lo stesso Mussolini all'inizio era restìo ad un entrata in guerra e sopratutto al fianco di Hitler. Lo "spazio vitale" comprendeva anche l'Alto Adige a forte presenza tedesca, ma Mussolini schierò l'esercito al confine per evitare che occupassero la provincia. Ciò che convinse Mussolini a schierarsi con la Germania, furono le resistenze da parte della Società delle Nazioni per la conquista italiana dell'Etiopia di cui anch'essa faceva parte. Oltre a ciò, vedendo le resistenze francesi, fiaccate facilmente dai tedeschi, sperò come Hitler in una guerra lampo in cui anche l'Italia potesse avere il suo ruolo.
(W. Churchill)
Così uno dei più grandi statisti contemporanei commentò gli accordi di Monaco di Baviera del settembre del 1938. Vi parteciparono Adolf Hitler, Edouard Daladier (Francia), Neville Chamberlain (Gran Bretagna), e Benito Mussolini (Italia). Per scongiurare la guerra la Francia e la Gran Bretagna, seguendo la politica "dell'appeasement" (accordo), autorizzarono la Germania ad occupare la regione dei Sudeti.
Circa un mese dopo, nella notte tra il 9 e il 10 novembre si scatenerà l'ondata antisemita, nella tristemente famosa Notte dei Cristalli.
Ma questa è l'ultima fase di un processo iniziato già con la pace di Versailles, alla fine della Grande Guerra.
Alla Germania fiaccata dalle pesanti richieste da parte dei vincitori, accusata di essere la causa dello scoppio della guerra viene imposto il pagamento di pesantissime indennità e condizioni di pace vessatorie fra cui la restituzione dell'Alsazia-Lorena, la smilitarizzazione della Renania, la riduzione della flotta navale e dell'esercito. Questa umiliazione consentì alla Francia di vendicare la sconfitta della guerra franco-prussiana (vedi qui), ma nel contempo pose le basi per la sete di vendetta della Germania, covata fino allo scoppio della seconda guerra.
Un altro grande aspetto che pose le condizioni per lo scoppio della guerra nel '39 fu il crollo di Wall Street del 1929. La Germania, già appesantita dal pagamento annuale delle indennità di guerra, precipitò in una gravissima crisi economica, caratterizzata dalla totale svalutazione della moneta tedesca e da un altissimo tasso di disoccupazione. Questo favorì l'ascesa dello NSDAP (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei, partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi) che proponeva l'aumento dei posti di lavoro e il miglioramento delle condizioni dei lavoratori.
In pochi anni il partito riuscì ad ottenere sempre più consensi tra la popolazione. Dal 1930 al 1933 il partito passò dal 18,3% a forza di maggioranza, dando a Hitler la carica di Cancelliere. Subito vennero seguite le linee base del partito: militarizzazione, antisemitismo e conquista del cosiddetto "spazio vitale". In questo clima di tensione, i capi di stato degli altri paesi cercarono più che altro di evitare un nuovo conflitto mondiale, concedendo sempre di più a Hitler (1936 rioccupazione della Renania, 1938 annessione dell'Austria, l'Anschluss e 1939 Praga).
Lo stesso Mussolini all'inizio era restìo ad un entrata in guerra e sopratutto al fianco di Hitler. Lo "spazio vitale" comprendeva anche l'Alto Adige a forte presenza tedesca, ma Mussolini schierò l'esercito al confine per evitare che occupassero la provincia. Ciò che convinse Mussolini a schierarsi con la Germania, furono le resistenze da parte della Società delle Nazioni per la conquista italiana dell'Etiopia di cui anch'essa faceva parte. Oltre a ciò, vedendo le resistenze francesi, fiaccate facilmente dai tedeschi, sperò come Hitler in una guerra lampo in cui anche l'Italia potesse avere il suo ruolo.