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Napoleone Bonaparte, l'ascesa

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La rivoluzione e Napoleone

-Napoleone Bonaparte, l'ascesa


Nato ad Ajaccio nel 1769, poco dopo la cessione della Corsica da parte di Genova alla Francia (1768).
La sua famiglia apparteneva alla piccola borghesia dell'isola e i suoi antenati sembra siano immigrati in Corsica, al servizio di Genova, da Sarzana.
Il padre, laureatosi a Pisa, effettuò ricerche araldiche per ottenere una patente di nobiltà per provvedere all'istruzione dei figli. E fu proprio grazie a questa che Napoleone fu ammesso alla scuola reale (1779). Dopo il fallito tentativo di entrare in marina, e il passaggio in artiglieria, finì gli studi e ottenne la nomina a sottotenente a soli 16 anni.

Allo scoppio della rivoluzione divenne tenente colonnello della Guardia Nazionale in Corsica, rifiutandosi poi di tornare a servire nell'Armata in Francia. Nel frattempo nella sua isola infuriava la guerra civile, ma la sua famiglia non appoggiò la causa indipendentista e si rifugiò a Tolone.
Da quel momento la scalata di Napoleone alla gerarchia militare fu veloce. In due anni passò da tenente colonnello di stanza a Tolone fino a generale di Corpo d'Armata dell'Interno.

Nel 1796, partì per la Campagna d'Italia. Era una missione considerata secondaria dal Direttorio, perché il vero e proprio attacco all'Austria sarebbe dovuto avvenire sul Reno. Nonostante questo Napoleone riuscì ad attirare su di sé l'attenzione grazie ai suoi successi. Sconfisse ripetutamente le armate austro-piemontesi e nel maggio dello stesso anno costrinse i Savoia a cedere Nizza e la Savoia. Il 15 maggio entrò a Milano dove vi insediò l'Amministrazione Generale della Lombardia che precedeva la proclamazione della Repubblica Cisalpina. Nell'ottobre istituì la legione lombarda, prima forza armata composta da italiani e tricolore come bandiera nazionale. Nel 1797 si formòanche la Repubblica Cispadana.
Il 17 ottobre 1797 firmò il trattato di Campoformio con cui la Francia otteneva l'indipendenza delle neonate repubbliche, i Paesi Bassi e la riva sinistra del Reno. All'Austria andava la Repubblica di Venezia, duro colpo per chi sperava in un'unificazione della penisola.

Nel 1798 il Direttorio, preoccupato per la popolarità di Napoleone lo incaricò di occupare l'Egitto per contrastare gli inglesi all'India e danneggiare i loro commerci. Dopo un'importante vittoria nella Battaglia delle Piramidi, Napoleone sconfisse di nuovo i mamelucchi ed entrò al Cairo, occupando l'Egitto. Pochi giorni dopo però la flotta francese venne completamente distrutta dall'ammiraglio Horatio Nelson. Rimasto bloccato in Egitto, Napoleone decise di recarsi in Siria per caturare il governatore di Acri che l'aveva attaccato. Perse però più di due mesi nell'inutile assedio ad Acri. Tornato in Egitto nel luglio 1799 sconfisse un esercito di oltre diecimila ottomani, ma, preoccupato delle notizie che giungevano dalla Francia (l'esercito in ripiegamento su tutti i fronti, il Direttorio ormai privo di potere) e consapevole che la campagna d'Egitto non aveva conseguito i fini sperati, Napoleone, s'imbarcò in gran segreto il 22 agosto 1799 alla volta della Francia.

Arrivato in Francia la sua corsa verso Parigi fu accompagnata dall'entusiasmo dell'intera Francia, certa che il generale fosse tornato in patria per assumere il controllo della situazione ormai ingestibile. A Parigi riunì i cospiratori che avevano deciso di rovesciare il Direttorio. Fatta trapelare la notizia falsa di un complotto realista per rovesciare la repubblica, Napoleone riuscì a far approvare che le 2 Camere (Consiglio degli Anziani e Consiglio dei Cinquecento) si trasferissero fuori Parigi e a farsi nominare comandante in capo di tute le forze armate. Ciò fu fatto per evitare che durante il colpo di Stato qualche deputato potesse sollevare i cittadini parigini per difendere la Repubblica dal tentativo di Napoleone. Egli voleva che le Camere votassero autonomamente il loro scioglimento e lasciargli tutti i poteri, ma per entrambe il piano fallì. Nel momento in cui sembrava che il colpo di Stato fosse prossimo alla catastrofe, a soccorrere Napoleone giunse il fratello Luciano, che nelle vesti di presidente dei Cinquecento uscì dalla sala e arringò le truppe schierate all'esterno, ordinando che disperdessero i deputati terroristi. In serata le camere vennero sciolte e i pieni poteri andarono a 3 consoli, tra cui Napoleone.
Fattosi nominare primo console, Napoleone riorganizzava la Francia con una struttura amministrativa fortemente accentratrice e così perfetta che è rimasta fino a oggi: veniva frazionata in dipartimenti, distretti e comuni, rispettivamente amministrate da prefetti, sottoprefetti e sindaci. Le casse dello Stato venivano risanate dalle conquiste di guerra e dalla fondazione della Banca di Francia, nonché dall'introduzione del franco d'argento che poneva fine all'era dell'inflazione. Con il Concordato del 1801 il Cattolicesimo diventava religione "della maggioranza dei francesi" (non "di Stato"). Istituì i licei e i politecnici, per formare una classe dirigente preparata ma tralasciò l'istruzione elementare, pensando che il popolo dovesse rimanere in una certa ignoranza per garantire un governo stabile e un esercito ubbidiente. Nel 2 agosto 1802 attraverso un plebiscito il consolato di Napoleone diventava "a vita, aprendo la strada all'istituzione dell'Impero.

La situazione francese nei confronti dell'Europa era cambiata da quando Napoleone era partito per l'Egitto. La Francia era stata sconfitta più volte dagli austriaci e le repubbliche italiane, rovesciate. In seguito al colpo di Stato, Napoleone riprese le armi e rientrò in Italia sconfiggendo definitivamente gli austriaci a Marengo (1800) in seguito alla quale verrà costituita la Repubblica Italiana, in sostituzione della Repubblica Cisalpina. Nel 1802 la Francia riconfermava Campoformio con gli austriaci, firmava una pace con gli inglesi e assicurandosi l'appoggio dello zar di Russia. Vendette inoltre parte del Nord America (Louisiana) agli Stati Uniti impossibilitato a difenderla.