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Isaac Newton

Grazie all'autrice di questo post, Chiara Perata

In Inghilterra si è affermata una notevole comunità scientifica, con Newton si può affermare che lo scettro del sapere passa dall’Italia all’Inghilterra.

Isaac Newton nasce a Woolsthorpe-by-Colsterworth il 25 dicembre del 1642 (anno in cui muore Galileo, alcuni storici della scienza vedono un ideale testimone di passaggio del sapere da Galileo ad Isaac). Non è di famiglia benestante, non conosce suo padre, muore tre mesi prima della nascita di Isaac. All’età di otto anni la madre si risposa e viene affidato dal padrino alla nonna materna. Questa situazione famigliare ha inciso sicuramente sul carattere chiuso di Isaac, non è un genio precoce, ma già da piccolo si manifesta il suo ingegno, infatti riempie la casa di strumenti e diagrammi.
Si iscrive all’università di Cambridge come studente povero e per tanto doveva svolgere lavori umili all’interno dell’istituto per pagarsi la retta.
Cambridge non era un gran college all’epoca ma era uno dei pochi che ammetteva ragazzi di umili origini al suo interno. 

Si laurea nel 1695 il suo maestro, Isaac Barrow, ottimo studioso dell’ottica, va in pensione e lascia la sua cattedra di matematica  al giovane Newton che nel frattempo si è dedicato allo studio di Cartesio.
Quello stesso anno l’Inghilterra è colpita dalla peste, il college viene chiuso e Isaac torna dalla nonna. Durante questo periodo mette insieme quella che sarà la sua scienza, costruisce il primo microscopio a riflessione, si tratta di uno strumento in sé piccolo ma con grandi potenzialità e capacità.
Newton invia lo strumento alla Royal Society (la più grande accademia delle scienze indipendente esistente in Europa). Ne applica una memoria per sostenere la sua teoria crepuscolare, applica il modello atomistico al sistema della luce, sostiene che milioni di atomi si muovono nello spazio.
 Il suo grande rivale Robert Hooke, sostiene che i raggi luminosi si muovano con un moto ondulatorio nell’etere. La Royal Society si contrappone alle teorie del giovane Newton favorendo quelle di Hooke ed Isaac quindi rinuncia per il momento a pubblicare il suo lavoro.

Nel 1667 Newton smette di inviare memorie alla Royal Society e si dedica all’insegnamento, in questo periodo si dedica agli studi di alchimia, teologia e storia sacra ma non pubblica nulla.
Edmund Halley lo riporta sulla prima linea e lo convince a scrivere un libro sulla sua cosmologia dal titolo “Philosophiae naturalis principia matematica” in cui sostiene che i principi della filosofia naturale sono di ordine matematico. È un’opera di non facile lettura perché parte dai fatti sperimentali ricostruiti per giungere a una conclusione.

Uno dei suoi lavori più importanti in questi anni è lo studio dei logaritmi e del calcolo degli infinitesimali, ma non utilizza ancora la geometria euclidea per spiegare le sue teorie, si è convinto che i metodi più antichi siano più precisi di quelli contemporanei. Newton quindi non utilizza il calcolo infinitesimale per spiegare la gravità. L’opera è divisa in tre libri ed enuncia i principi degli assiomi, nel secondo libro tratta la dinamica dei fluidi e distrugge la metafisica cartesiana, nel terzo libro enuncia la teoria gravitazionale, è il primo scienziato a ragionare in termini di forze, Newton trova un’unica forza: la gravità.  "Due corpi, rispettivamente di massa m1 ed m2, si attraggono con una forza di intensità direttamente proporzionale al prodotto delle masse ed inversamente proporzionale al quadrato della distanza che li separa. Tale forza ha la direzione parallela alla retta congiungente i baricentri dei corpi considerati.
La cosmologia gravitazionale è un campo vergine e lancia un guanto di sfida perché pare indimostrabile, lui ha utilizzato la forza di un’azione a distanza.

Nel 1686 l’opera esce a Londra e viene ampiamente discussa, ora Newton si trova al centro dell’attenzione scientifica. Riceve molte lettere da Hooke e dimostra di non essere capace di dialogare senza alterarsi.
I Principia fanno di lui il portavoce della frontiera più avanzata della filosofia naturale, ma lui non si vede così: secondo lui gli uomini possedevano già questa conoscenza, lui l’ha solo riportata alla luce. Newton si vede come il riscopritore delle leggi naturali che per ragioni storiche sono andate perdute. Newton è un uomo molto legato al passato e al sacro, se gli si chiede qual è la causa della gravità lui dà una risposta teologica a una domanda di carattere scientifico: Dio.

Nel 1689-90 diventa deputato per l’università di Cambridge, per i whigs (liberali), siede di fianco a Locke che rappresenta Oxford. Tra i due nasce un’amicizia che Newton romperà nel 1694 a causa di un esaurimento nervoso.

Nel 1703 muore Hooke e Newton si sente libero dai suoi fantasmi e pubblica un libro sull’ottica: la luce è un composto di colori. Nel 1704 pubblica “Ottics” e diventa il simbolo della scienza inglese, tra l’altro l’anno precedente è stato istituito della carica di presidente della Royal Society. Leibniz propone all’accademia il suo calcolo infinitesimale, ma Newton vi era arrivato molti anni prima e ostacolerà il rivale con ogni mezzo.

Newton sviluppò il calcolo indipendentemente da Leibniz che però usò una notazione più precisa. È certo che Newton scoprì il calcolo dieci anni prima di Leibniz, ma pubblicò la sua scoperta molto dopo. Newton sostenne di non aver pubblicato il suo lavoro per timore di essere deriso. Dal 1699 alcuni membri della Royal Society accusarono Leibniz di plagio, e iniziò una violenta contesa su chi avesse inventato il calcolo. Questa disputa amareggiò le vite di entrambi i contendenti fino alla morte di Leibniz nel 1716. Anche dopo la sua morte Newton continua a denigrare la memoria dell'avversario fino al punto che, secondo alcuni, sarebbe arrivato a compiacersi di avergli "spezzato il cuore".
Trasforma la Royal Society in un feudo personale, qualunque decisione deve avere il suo consenso e ciò costituisce un grosso limite.

Newton ha studiato storia della chiesa dal quarto secolo dopo Cristo e si è concentrato su una disputa tra Ario e Atanasio. Tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700 fu segretamente seguace di Ario, per lui Gesù era divino come qualità dell’animo ma non nel corpo, inoltre credendo in un solo dio, non accettava il dogma della trinità, non pubblicò mai nulla in merito.

Muore nel 1727 e viene sepolto nella cattedrale di Westmister, la sua tomba monumentale è ricca di simbolismo che racconta la sua importante vita e carriera. Ricordiamo ad esempio che oltre ai libri posti sotto il suo braccio che rappresentano la sua devozione allo studio, è rappresentata una mela, il simbolo per eccellenza degli studi sulla gravità. Fu il primo uomo di scienza a ricevere un funerale d’onore.
L’epitaffio sulla sua monumentale tomba recita una frase pronunciata da Alexander Pope, suo rivale in parlamento: “Si rallegrino i mortali perché è esistito un tale e così grande onore del genere umano”.
Ma forse è più significativo il poemetto dedicatogli sempre da Pope: “La natura e le leggi della natura giocano nascoste nella notte; Dio disse: “che Newton sia!” e luce fu!”.