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La legione


La storia dell'esercito più forte del mondo antico è una storia lunga e complicata, non solo perché racchiude più di mille anni di storia, ma anche perché nel corso del tempo la legione romana ha subìto cambiamenti modifiche, migliorie adattandosi agli avversari e alle necessità.

Secondo la tradizione fu Romolo a creare le legione, forse su esempio della falange greca. Il metodo di reclutamento dipendeva dalla divisione del popolo romano in tre tribù (Tities, Ramnes, Luceres) che fornivano mille fanti e cento cavalieri (3.300 uomini).
Disposta su tre file comandate da un tribuno con ai lati la cavalleria, era comandata dal re.

La prima riorganizzazione fu di Servio Tullio che divise la popolazione in base al censo, formando 5 classi di cittadini. Ognuno provvedeva al proprio armamento e i più ricchi erano anche i più esposti ai pericoli della guerra, mentre i capite censi, coloro senza proprietà erano esclusi dal privilegio di far parte dell'esercito.
Venne divisa in centurie la fanteria e in decurie la cavalleria. Con questo ordinamento si calcola che avesse 17.000 fanti e 1.800 cavalieri più gli ausiliari (18.800 uomini).

Durante la repubblica solo i cittadini romani potevano arruolarsi nella legione, e l'esercito venne diviso in 2 legioni comandate dai 2 consoli. Ogni legione era composta da 4.200 fanti e 300 cavalieri, ma le legioni in caso di necessità potevano essere unificate sotto il comando del dictator (9.000 uomini). I fanti erano disposti su 3 file: hastati, principes e triarii.
Con le guerre sannitiche e l'avvenimento delle Forche Caudine (l'esercito romano umiliato sugli appennini) venne introdotto il manipolo che comprendeva 2 centurie. Questo dava alla legione un sotto elemento molto più mobile e autonomo, in grado di combattere al di fuori dei ranghi. Per l'occasione il termine centuria perse il suo significato di "cento uomini" perché venne ridotta a 60, di conseguenza il manipolo aveva 120 uomini.
Con le guerre annibaliche Scipione l'Africano introdusse un elemento intermedio tra la legione e il manipolo, la coorte. riuniva così tre manipoli di hastati, principes e triarii. L'unico problema era riuscire ad addestrare i soldati a passare da una formazione manipolare a una coortale.

Forse la più importante riforma dell'esercito romano fu quella di Mario (107 a.C.). Abolì l'arruolamento per censo e istituì il servizio attivo permanente volontario. Inoltre abolì la distinzione tra ordini all'interno della legione venne eliminato e tutti i legionari potevano così essere in grado di combattere in qualunque posizione della legione, avendo tutti lo stesso addestramento. Si trattava della prima forma di esercito di professionisti e i veterani ottennero una pensione sotto forma di terre e della cittadinanza romana.
Successivamente Cesare raddoppiò la paga passando da 5 a 10 assi al giorno (pari a 225 denarii annui), tanto che la paga del legionario rimase invariata fino al periodo dell'imperatore Domiziano 81-96). Creò un cursus honorum per il centurionato, che si basasse sui meriti del singolo individuo: a seguito di gesti di particolare eroismo. Nel settore dell'ingegneria militare Cesare apportò innovazioni determinanti, con la realizzazione di opere sorprendenti costruite con grande perizia ed in tempi rapidissimi. Vale la pena ricordare il ponte sul Reno costruito in pochi giorni per ben due volte, o la rampa d'assedio costruita durante l'assedio di Avarico. Cesare scoprì infine, nel corso della Conquista della Gallia e in particolare durante l'assedio di Alesia, il principio dell'accoppiamento delle fortificazioni, che sarebbe stato utilizzato quasi duecento anni più tardi da Adriano nel corso della costruzione del famoso Vallo in Britannia, tra il fiume Tweed ed il Solway.

Un'importante innovazione tattica, nella sua non ortodossa condotta della guerra, si ebbe, nel gioco combinato di azioni difensive ed offensive, grazie all'introduzione di una riserva mobile, utilizzata molte volte durante la conquista della Gallia, in particolare durante l'ultimo attacco della coalizione dei Galli durante la battaglia di Alesia, o, nella guerra civile, nella battaglia di Farsalo contro Pompeo. Il costante contatto con il mondo dei Celti e dei Germani lo indusse a rivalutare la cavalleria nel corso della conquista della Gallia. Ne fece un impiego crescente negli anni, tanto che le unità di cavalleria acquisirono una loro posizione permanente accanto alla fanteria delle legioni ed a quella ausiliaria. Egli fu, inoltre, il primo a comprendere che la dislocazione permanente (in forti), non più semi-stanziali, di una parte delle forze militari repubblicane doveva costituire la base per un nuovo sistema strategico di difesa globale lungo i confini del mondo romano, in particolare in quelle aree "a rischio".

Una delle ultime grandi riforme fu quella di Augusto. L'innovazione proposta fu quella di introdurre un esercito di professionisti che rimanessero in servizio non meno di 16 anni per i legionari, portati a 20 pochi anni più tardi, e 20-25 per le truppe ausiliarie. In alcuni casi le famiglie meno abbienti erano incentivate a far arruolare i loro figli, dando loro la possibilità di acquisire la cittadinanza romana al termine del servizio, un buon stipendio annuale ed a una paga finale per il congedo.

L'Imperatore Caracalla concesse un aumento del soldo di un altro 50% circa ai legionari, per un ammontare totale di 675 denari annui. Egli, inoltre, con la Constitutio Antoniniana concesse la cittadinanza a tutti gli abitanti dell’impero ad eccezione dei dedictii. L'obiettivo era quello di aumentare il gettito dei tributi nelle casse dell'erario, al fine di tentare di far fronte ai crescenti costi degli stipendi dei militari, necessari per il mantenimento delle frontiere.

Con Massimino il Trace inizierà la barbarizzazione dell'esercito romano, aumentando l'importanza della cavalleria barbara, mentre più tardi verrà posizionata una legione di comitatenses vicino a Roma, cioè una legione capace di spostarsi velocemente dove c'era bisogno. Inoltre vennero aumentati gli effettivi con Diocleziano.

Successivamente l'esercito romano perde le caratteristiche che lo caratterizzarono, diventando sempre più composto da soldati di origine germanica, sarmata, gota ecc.