Dinastia di Shogun (letteralmente “comandante in capo contro i barbari”) che regnò sul Giappone dal 1603 al 1868 nel periodo cosiddetto "Edo" dall'allora nome della capitale (Tokio). Il fondatore della stirpe fu Tokugawa Ieyasu che consolidò il proprio potere sui Daimyo (Signori feudali che dominarono il Giappone tra il XII e il XIX secolo. Provenivano per lo più dalla classe militare dei samurai).
Egli ridusse il potere dell'Imperatore ad una pura formalità, ma abdicò dopo due soli anni in favore del figlio Tokugawa Hidetada. Nonostante questo mantenne la sua posizione esercitando come Ogosho (Shogun ritirato) intrattenendo anche relazioni diplomatiche con Olanda e Spagna. Nel 1614 espulse con un editto tutti i cristiani dal regno e impedì ai sudditi cristiani di professare la religione.
Al fine di garantire la stabilità e una migliore amministrazione dello stato, la società fu gerarchizzata e divisa in quattro classi (samurai, proprietari terrieri, artigiani e mercanti), furono unificati monete, pesi e misure, potenziata la rete di comunicazioni stradali e stabilito un sistema di leggi valide per tutto il paese. Con il tempo, tuttavia, l’amministrazione troppo rigida e burocratizzata dello shogunato provocò la crescente insofferenza dei potenti daimyo, favorevoli al pieno ripristino dell’autorità imperiale.
Fu sotto questa dinastia che avvenne la storia dei 47 ronin (samurai semza padrone).
"Asano Takumi no kami Naganori (1667-1701, capo di un ramo del potente clan Asano) fu scelto dallo Shogun, Tokugawa Tsunayoshi, per essere uno dei Daimyo inviati presso la Corte di Kyoto in visita ufficiale alla famiglia imperiale.
Per assisterlo in questo suo nuovo dovere gli fu assegnato il principale maestro di protocollo del Bakufu, Kira Kozukenosuke Yoshinaka (1641-1702), col compito d'istruirlo sull'etichetta di corte. Kira, pare che avesse un carattere a volte difficile e che si aspettasse di essere ricompensato con denaro e regali di valore per il lavoro mentre Asano lo riteneva un incarico svolto semplicemente per dovere su incarico dello shogun. Tra i due crebbe una forte antipatia e Kira fece ogni sforzo per mettere in imbarazzo il suo allievo.
Fino a quando, nell'aprile del 1701, la situazione esplose nel palazzo dello Shogun.
Kira insultò Asano ancora una volta, tanto da costringerlo a sfoderare la spada ed a cercare di colpirlo. Kira fu solo ferito dall'attacco ed Asano fu posto sotto custodia. Colpire un altro uomo come gesto di rabbia era contro la legge, fare questo nella casa dello Shogun era impensabile. Dopo le dovute investigazioni lo Shogun impose ad Asano di compiere seppuku (suicidio rituale simile all'harakiri) e che tutti i suoi beni fossero confiscati.
Oishi Kuranosuke, seguace di Asano, raccomandò agli altri sostenitori di abbandonare il castello e di lasciare che la confisca avvenisse pacificamente e di lottare per riabilitare il nome della famiglia Asano e nello stesso tempo preparare la vendetta nei confronti di Kira. Così, il gruppo dei samurai di Asano, ormai ronin, cominciarono a preparare un accurato piano di vendetta. Il piano di Oishi fu in primo luogo di placare ogni sospetto prendendo tutto il tempo necessario in attesa del momento giusto.Per questo scopo finale i 59 ronin che aderirono al piano di Oishi nascosero le loro armi e le armature prima di disperdersi ostentatamente, alcuni cercando lavoro mentre altri, tra i quali lo stesso Oishi, abbandonandosi a vita randagia come se avessero perso ogni speranza per il loro futuro. Kira cominciò a pensare di non essere in pericolo e nel corso di un anno rilassò la guardia.
47 di loro si riunirono il 14 dicembre del 1702 (12 avevano ceduto ed erano tornati alle loro famiglie) e, dopo aver recuperato dal nascondiglio armi ed armature, si prepararono a cogliere la loro vendetta in quella stessa notte nevosa.
Giunti al palazzo di Kira, in Edo, si divisero in due gruppi ed attaccarono senza alcun indugio. I 61 samurai di Kira furono presi completamente di sorpresa, risposero con spirito e tentarono di resistere, ma furono letteralmente travolti, molti perirono o furono seriamente feriti, mentre solo uno dei ronin perse la vita nell'attacco.
L'assassinio di Kira mise il Bakufu in grande difficoltà. Dopo tutto i 46 ronin superstiti non avevano fatto altro che mostrare la lealtà verso il proprio signore come ci si sarebbe aspettato da un qualunque vero samurai, secondo quegli ideali di onore e rispetto del dovere propugnati da molti uomini come Yamaga Soko.
In più, la decisione di costringere Asano al suicidio e di confiscare i beni del suo dominio senza intraprendere alcuna azione nei confronti di Kira e delle sue responsabilità nella vicenda, non era stata accettata con favore e non era stata assolutamente una decisione popolare, tanto che ad un certo punto anche uno degli ispettori incaricati delle indagini aveva protestato contro il verdetto ed era stato degradato.
Nondimeno il Bakufu decise che il mantenimento dell'ordine dovesse prevalere e così ai ronin fu ordinato di suicidarsi. Il 4 febbraio 1703 Oishi e i suoi ronin procedettero ad eseguire la sentenza. I loro corpi furono quindi portati al Sengakuji per essere cremati tutti assieme e tumulati vicino ad Asano".
La dinastia finì con la restaurazione Meiji che vide la formazione di un potente stato moderno, dopo l’abolizione dello shogunato dei Tokugawa e il ripristino del governo imperiale. L’apertura dei porti giapponesi alle navi americane dopo secoli di totale isolamento, imposta con un’azione di forza dall’ammiraglio statunitense Matthew Calbraith Perry nel 1853, mise a nudo l’ormai estrema debolezza degli Tokugawa.
Egli ridusse il potere dell'Imperatore ad una pura formalità, ma abdicò dopo due soli anni in favore del figlio Tokugawa Hidetada. Nonostante questo mantenne la sua posizione esercitando come Ogosho (Shogun ritirato) intrattenendo anche relazioni diplomatiche con Olanda e Spagna. Nel 1614 espulse con un editto tutti i cristiani dal regno e impedì ai sudditi cristiani di professare la religione.
Al fine di garantire la stabilità e una migliore amministrazione dello stato, la società fu gerarchizzata e divisa in quattro classi (samurai, proprietari terrieri, artigiani e mercanti), furono unificati monete, pesi e misure, potenziata la rete di comunicazioni stradali e stabilito un sistema di leggi valide per tutto il paese. Con il tempo, tuttavia, l’amministrazione troppo rigida e burocratizzata dello shogunato provocò la crescente insofferenza dei potenti daimyo, favorevoli al pieno ripristino dell’autorità imperiale.
Fu sotto questa dinastia che avvenne la storia dei 47 ronin (samurai semza padrone).
"Asano Takumi no kami Naganori (1667-1701, capo di un ramo del potente clan Asano) fu scelto dallo Shogun, Tokugawa Tsunayoshi, per essere uno dei Daimyo inviati presso la Corte di Kyoto in visita ufficiale alla famiglia imperiale.
Per assisterlo in questo suo nuovo dovere gli fu assegnato il principale maestro di protocollo del Bakufu, Kira Kozukenosuke Yoshinaka (1641-1702), col compito d'istruirlo sull'etichetta di corte. Kira, pare che avesse un carattere a volte difficile e che si aspettasse di essere ricompensato con denaro e regali di valore per il lavoro mentre Asano lo riteneva un incarico svolto semplicemente per dovere su incarico dello shogun. Tra i due crebbe una forte antipatia e Kira fece ogni sforzo per mettere in imbarazzo il suo allievo.
Fino a quando, nell'aprile del 1701, la situazione esplose nel palazzo dello Shogun.
Kira insultò Asano ancora una volta, tanto da costringerlo a sfoderare la spada ed a cercare di colpirlo. Kira fu solo ferito dall'attacco ed Asano fu posto sotto custodia. Colpire un altro uomo come gesto di rabbia era contro la legge, fare questo nella casa dello Shogun era impensabile. Dopo le dovute investigazioni lo Shogun impose ad Asano di compiere seppuku (suicidio rituale simile all'harakiri) e che tutti i suoi beni fossero confiscati.
Oishi Kuranosuke, seguace di Asano, raccomandò agli altri sostenitori di abbandonare il castello e di lasciare che la confisca avvenisse pacificamente e di lottare per riabilitare il nome della famiglia Asano e nello stesso tempo preparare la vendetta nei confronti di Kira. Così, il gruppo dei samurai di Asano, ormai ronin, cominciarono a preparare un accurato piano di vendetta. Il piano di Oishi fu in primo luogo di placare ogni sospetto prendendo tutto il tempo necessario in attesa del momento giusto.Per questo scopo finale i 59 ronin che aderirono al piano di Oishi nascosero le loro armi e le armature prima di disperdersi ostentatamente, alcuni cercando lavoro mentre altri, tra i quali lo stesso Oishi, abbandonandosi a vita randagia come se avessero perso ogni speranza per il loro futuro. Kira cominciò a pensare di non essere in pericolo e nel corso di un anno rilassò la guardia.
47 di loro si riunirono il 14 dicembre del 1702 (12 avevano ceduto ed erano tornati alle loro famiglie) e, dopo aver recuperato dal nascondiglio armi ed armature, si prepararono a cogliere la loro vendetta in quella stessa notte nevosa.
Giunti al palazzo di Kira, in Edo, si divisero in due gruppi ed attaccarono senza alcun indugio. I 61 samurai di Kira furono presi completamente di sorpresa, risposero con spirito e tentarono di resistere, ma furono letteralmente travolti, molti perirono o furono seriamente feriti, mentre solo uno dei ronin perse la vita nell'attacco.
L'assassinio di Kira mise il Bakufu in grande difficoltà. Dopo tutto i 46 ronin superstiti non avevano fatto altro che mostrare la lealtà verso il proprio signore come ci si sarebbe aspettato da un qualunque vero samurai, secondo quegli ideali di onore e rispetto del dovere propugnati da molti uomini come Yamaga Soko.
In più, la decisione di costringere Asano al suicidio e di confiscare i beni del suo dominio senza intraprendere alcuna azione nei confronti di Kira e delle sue responsabilità nella vicenda, non era stata accettata con favore e non era stata assolutamente una decisione popolare, tanto che ad un certo punto anche uno degli ispettori incaricati delle indagini aveva protestato contro il verdetto ed era stato degradato.
Nondimeno il Bakufu decise che il mantenimento dell'ordine dovesse prevalere e così ai ronin fu ordinato di suicidarsi. Il 4 febbraio 1703 Oishi e i suoi ronin procedettero ad eseguire la sentenza. I loro corpi furono quindi portati al Sengakuji per essere cremati tutti assieme e tumulati vicino ad Asano".
La dinastia finì con la restaurazione Meiji che vide la formazione di un potente stato moderno, dopo l’abolizione dello shogunato dei Tokugawa e il ripristino del governo imperiale. L’apertura dei porti giapponesi alle navi americane dopo secoli di totale isolamento, imposta con un’azione di forza dall’ammiraglio statunitense Matthew Calbraith Perry nel 1853, mise a nudo l’ormai estrema debolezza degli Tokugawa.