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Guerra di successione polacca

Stanislao Leszczyński
All'indomani della firma dei trattati di Utrecht (1713) e Rastadt (1714) che avevano messo fine alla guerra di successione al trono di Spagna, si aprì un ventennio caratterizzato da grande instabilità nei rapporti tra tutte le potenze europee appena uscite dal decennale conflitto. L'instabilità era dovuta essenzialmente al fatto che gli accordi sottoscritti avevano comunque lasciato insoddisfatti quasi tutti i firmatari, anche se per ragioni diverse. Infatti, mentre alcune nazioni avevano interesse al mantenimento della pace fondata sugli impegni di Utrecht e Rastadt soprattutto per rinstaurare le dissanguate finanze, come nel caso della Francia, o consolidare i vantaggi economico-commerciali raggiunti, come nel caso della Gran Bretagna e dell'Olanda; altre, invece, come la Spagna e l'Austria, seppur per ragioni ancora diverse, tendevano a rimettere in discussione una buona parte degli impegni sottoscritti.

Questa instabilità politica e diplomatica si manifestò comunque attraverso una serie di conflitti di portata piuttosto limitata, tali cioè da non coinvolgere tutti gli stati d'Europa contemporaneamente, così come era avvenuto per il grande conflitto precedente. Mentre avevano luogo questi avvenimenti, si apriva un altro grave contenzioso tra tutte le maggiori potenze d'Europa, questa volta anche con il coinvolgimento della Russia e della Prussia. La vicenda, nota come "guerra di successione polacca", prese avvio nell'anno 1733 con la morte di re Augusto II appartenente alla dinastia Wettin.

È necessario fornire qualche cenno sul tipo di monarchia operante in Polonia. Diversamente, la guerra di successione polacca resta di difficile comprensione. Con la morte senza eredi legittimi di Sigismondo II Augusto di Polonia, avvenuta nell'anno 1572, si era estinta la dinastia Jagelloni che regnava sul trono polacco da circa due secoli, e aveva preso avvio il periodo cosiddetto dei Re eletti, essendo stata soppressa l'ereditarietà dinastica. Tale periodo ebbe durata fino alla rivoluzione francese. In questo arco di tempo si alternarono sovrani appartenenti alle dinastie Valois, Vasa, Sobieski, Wettin, Poniatowski, i quali venivano eletti da una Dieta ad ogni apertura di successione, coincidente con la morte del sovrano.

Ciò detto, si comprende facilmente come il problema legato alla successione di Augusto II di Sassonia in Polonia, fosse ben diverso dal problema legato alla successione di Carlo II in Spagna. Mentre nel caso della Spagna il contenzioso era nato per gli appetiti delle dinastie, interessate all'acquisizione diretta dei possedimenti spagnoli eventualmente anche mediante lo smembramento del regno, nel caso della Polonia l’interesse delle dinastie regnanti in Europa era, invece, quello di installare sul trono un monarca che facesse gravitare il suo regno in una certa zona di influenza piuttosto che in un'altra e di installare sul trono polacco un monarca a sovranità limitata, ovvero, sotto tutela.

La situazione politica europea dell'anno 1733 vedeva schierati da una parte la triplice alleanza costituitasi nell'anno precedente tra la Zarina di Russia Anna Ivanovna, il Re di Prussia Federico Guglielmo I e la Casa d'Austria rappresentata da Carlo VI d'Asburgo. Questa alleanza era conosciuta anche come "trattato delle tre aquile nere". Dall'altra, l’alleanza tra Luigi XV Re di Francia e Filippo V Re di Spagna, entrambi Borbone e legati dal vecchio patto che aveva già visto uniti i rispettivi troni nel corso della precedente "guerra di successione spagnola".

Al momento dell’apertura della successione, la Francia, che aveva mal digerito tutte le concessioni fatte attraverso i trattati di Utrecht (1713) e Rastadt (1714), tentò di recuperare una parte del potere perduto cercando di imporre la candidatura di Stanislao Leszczyński, del quale Luigi XV aveva sposato la figlia, e che raccoglieva anche il consenso della Dieta polacca. Ma a questa candidatura si opponeva quella di Federico Augusto II, Elettore di Sassonia, appoggiato dalla triplice alleanza, ma soprattutto dalla Russia, che già da alcuni anni si era affacciata ai confini occidentali del suo impero con lo scopo di far sentire il peso della potenza zarista nel cuore dell’Europa.

Con un'abile manovra il primo ministro francese, cardinale Andrea de Fleury, riuscì a porre sul trono il Leszczyński, ma l'intervento militare russo costrinse quest’ultimo alla fuga consentendo all’altro candidato Augusto III di Sassonia di insediarsi a sua volta sul trono polacco.

La fuga del candidato francese fu una mortificazione per la stessa Francia che non tardò a reagire scatenando un'offensiva bellica proprio contro l'Austria, sua eterna rivale nonché alleata della Russia. Lo scacchiere era sempre lo stesso: il sud Italia, la Renania e la Lorena. Questa volta, però, le operazioni militari si presentavano insoddisfacenti su tutti i fronti e si protraevano stancamente, anche perché Carlo d'Asburgo aveva necessità di farsi riconoscere la Prammatica Sanzione da parte delle altre case regnanti d’Europa, tra cui i Borboni di Francia e Spagna con i quali l'Austria si trovava in guerra.

Carlo d’Asburgo, quindi, più che controbattere, subiva la guerra con la Francia. Ma anche la Francia, avendo compreso che il trono polacco era definitivamente perduto, non aveva più interesse a continuare la guerra all’Austria. Nel 1734 con la battaglia di Bitonto, i Regni di Napoli e Sicilia ritornano formalmente indipendenti, dopo oltre due secoli di dominazione politica prima spagnola e poi austriaca.

Tutti i contendenti si resero conto che era necessario chiudere le ostilità. Però, mancavano le proposte per aprire i negoziati di pace. L'occasione si presentò quando fu annunciato il matrimonio tra Francesco Stefano di Lorena e Maria Teresa d'Asburgo. Questa circostanza offrì alla Francia l'opportunità per proporre di assegnare a Stanislao Leszczyński il ducato di Lorena in cambio del riconoscimento della “prammatica sanzione”, con l’obiettivo, tutt'altro che celato, di evitare che la Lorena e l'Austria restassero sotto il medesimo scettro.

Ma Francesco Stefano era pur sempre il futuro marito dell'erede al trono d’Austria; la qual cosa sconsigliava che egli fosse privato della sua terra d'origine in nome della ragion di stato. L’impasse spinse il Re di Prussia, Federico Guglielmo I, a dichiararsi favorevole alla proposta francese con la variante di assegnare a Francesco Stefano il Granducato di Toscana, quale compenso per la perdita del suo territorio. Le cancellerie delle potenze impegnate nella guerra si attivarono in tal senso e portarono a conclusione il conflitto.

Questi avvenimenti si svolsero nell’arco di tempo tra il 30 ottobre 1735 (data dei cosiddetti preliminari di Vienna) e il 18 novembre 1738 (data del terzo trattato di Vienna) e si conclusero con la Pace di Parigi del 1º giugno 1739 che pose fine alla guerra di successione polacca.

Negli anni successivi alla Pace di Parigi, la Lorena fu progressivamente assorbita nel territorio francese, divenendo una semplice provincia. La Francia perse il controllo di Acadia e Terranova; l'Inghilterra ottenne Acadia, Terranova, Minorca, Gibilterra e il monopolio sugli schiavi negri; gli Asburgo mantennero i Paesi Bassi e il Ducato di Milano.

Gli accordi sottoscritti dalla Francia e dall’Austria con il trattato di Vienna del 1738 avrebbero dovuto costituire per gli Stati italiani una sistemazione definitiva e stabile nel quadro della politica di equilibrio tra tutte le maggiori potenze europee della prima metà del XVIII secolo. Invece l'assetto geopolitico dell'Italia, nato a conclusione della guerra di successione polacca, sarebbe stato nuovamente turbato nello spazio di qualche anno.

La Pace di Parigi, nel chiudere la guerra di successione polacca, sancì anche il ridimensionamento della potenza asburgica che era uscita notevolmente rafforzata dalla conclusione della precedente guerra di successione al trono di Spagna.

Infatti, se è vero che sul trono polacco era salito il candidato austro-russo, è altrettanto vero che il nuovo sovrano navigava più nell’orbita russa che non in quella asburgica. Così come se è vero che all’Austria fu assegnato il Granducato di Toscana nonché il Ducato di Parma e Piacenza è altrettanto vero che tale assegnazione avvenne a prezzo della cessione della Lorena alla Francia, dei territori occidentali del milanese al Piemonte, nonché dei Regni di Napoli e di Sicilia a don Carlos di Borbone.

La pace tanto attesa in Europa sembrava che fosse stata finalmente raggiunta. Fu una illusione di breve durata. Di lì a qualche anno sarebbe scoppiato un altro grande conflitto che avrebbe avuto come protagonista proprio la dinastia più potente del continente, gli Asburgo.