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Guerra di successione spagnola

Il 1 novembre 1700 moriva Carlo II di Spagna, da tempo malato. Cinque giorni dopo, per disposizione testamentaria del defunto re, veniva proclamato nuovo re di Spagna il duca Filippo d'Angiò, nipote del re di Francia Luigi XIV, il quale assumeva il nome di Filippo V.

A causa delle pessime condizioni di salute in cui versava Carlo II fin dalla nascita, già molto tempo prima che egli scomparisse, le grandi monarchie d'Europa avevano cominciato ad avanzare varie ipotesi di successione, ratificate in accordi segreti. La maggior parte delle dinastie regnanti al momento vantava parentele con l'illustre moribondo. Olanda ed Inghilterra desideravano dividersi l'immensa eredità. Tutte le ipotesi formulate avevano quindi come obiettivo principale lo smembramento della grande potenza economica e militare della Spagna. Il perché era fin troppo evidente: l'"impero" spagnolo, infatti, unendosi integralmente ad uno qualunque dei troni delle grandi potenze europee, avrebbe fatto spostare certamente l'asse dell'equilibrio politico-militare ed economico a favore di quest'ultimo. Queste condizioni resero difficilmente governabile il rapporto tra gli stati e impossibile il mantenimento della pace. A rigore, l'eredità sarebbe toccata all'infanta di Spagna Maria Teresa di Spagna, moglie di Luigi XIV, la quale aveva, però, rinunciato alla successione, prima di morire nel 1683. Luigi XIV non riteneva valida questa rinuncia e appoggiava, per questa ragione, le pretese del figlio, il Delfino di Francia Luigi, e dei figli di questi, Luigi e Filippo (quest'ultimo fu appunto la figura designata dal testamento di Carlo II). Ad avanzare pretese non del tutto illegittime sul trono di Spagna c'erano poi l'imperatore Leopoldo I, cognato di Carlo II e rappresentante del ramo austriaco degli Asburgo, e il principe elettore di Baviera.

Carlo II d'Asburgo, nel fare testamento, adottò proprio l'unica soluzione rigettata unanimemente da tutti gli altri regnanti, seppur vincolata alla rigida, formale e sostanziale separazione delle relative corone francese e spagnola; cioè lasciare indivisa la propria eredità nelle mani di un solo sovrano.

Poiché il designato Filippo d'Angiò, sostenuto dal re di Francia, non avrebbe mai rinunciato ai benefici testamentari di cui era stato gratificato da Carlo II, fu inevitabile il ricorso alle armi. Il conflitto prese piede con la grande alleanza dell'Aja del 7 settembre 1701, con la quale l'Inghilterra, i Paesi Bassi e l'Austria si impegnavano ad impedire che le volontà testamentarie del defunto re di Spagna trovassero definitiva attuazione; sarebbe stato infatti molto difficile fronteggiare un'unica sovranità borbonica da entrambe le parti dei Pirenei.

L'alleanza dell'Aja, in funzione antifrancese ed antispagnola, non fu indolore, soprattutto per i paesi appartenenti all'area germanica. Infatti, la frattura che si creò all'interno dell'Impero portò il Brandeburgo, da poco elevato al rango di regno col nome di Prussia, ed alcuni altri stati, a dare il loro appoggio agli Asburgo e ai suoi alleati, mentre gli elettori di Colonia e della Baviera si schierarono apertamente con la Francia. La guerra mobilitò più forze militari di quanto non fosse mai avvenuto in Europa nei secoli precedenti.

Il re francese Luigi XIV invase le regioni dei Paesi Bassi che erano sotto il dominio spagnolo, considerandoli beni della dinastia Borbone e imponendo ai governatori locali la sottomissione alla Francia oltre che alla Spagna. Poco dopo furono aboliti i dazi commerciali tra Francia e Spagna, proprio come se fossero un solo stato, e nello stesso tempo furono revocati i privilegi commerciali concessi in passato all'Inghilterra ed all'Olanda nei territori spagnoli.

La controffensiva dell'esercito austriaco venne attuata in Italia che, al comando del duca Eugenio di Savoia, dopo aver sconfitto i francesi a Carpi (Villa Bartolomea) e conquistato tutto il milanese, conseguì una seconda schiacciante vittoria nella battaglia di Chiari. Lo stesso anno vide la nascita ufficiale del Regno di Prussia mediante l'incoronazione di Federico III Hohenzollern (1657-1713), principe elettore di Brandeburgo, che salì al trono con il nome di Federico I. L'anno seguente vide l'adesione alla grande alleanza dell'imperatore Leopoldo I d'Asburgo, con la conseguente formale dichiarazione di guerra alla Francia. La discesa in campo dell'Inghilterra, invece, ebbe inizio con un'offensiva antifrancese, mediante l'occupazione di Liegi e della parte settentrionale dei Paesi Bassi spagnoli. Gli inglesi aprirono le ostilità anche oltre Atlantico, attaccando le colonie francesi in Florida.

L'anno 1703 fu denso di avvenimenti, se non proprio decisivi per le sorti della guerra, alquanto significativi per una svolta strategica nelle operazioni militari. L'esercito inglese, al comando del Duca di Marlborough attaccò la Francia occupando Colonia e Bonn, sue alleate. Contemporaneamente si registrò l'avanzata delle truppe imperiali di Eugenio di Savoia in Renania e in Baviera. Il Portogallo diede la sua adesione alla Grande Alleanza e il duca Vittorio Amedeo II di Savoia, con un rovesciamento di alleanze, passò al campo imperiale ed avviò le operazioni belliche occupando Casale. L'arciduca Carlo d'Asburgo, secondogenito dell'Imperatore Leopoldo, venne proclamato re di Spagna al posto di Filippo V.

Nel 1704 ci fu la prevedibile e prevista occupazione della Savoia da parte della Francia, mentre, sul fronte opposto, una grande offensiva delle truppe congiunte anglo-imperiali in Germania costò una pesante sconfitta all'esercito franco-bavarese, prima nella battaglia di Donauwörth, poi in quella di Blenheim (13 agosto 1704). Quest'ultima costò al principe elettore di Baviera Massimiliano II Emanuele l'esilio fino al 1715, cui si aggiunse anche l'occupazione della rocca di Gibilterra da parte della flotta inglese al comando di sir George Rooke.

L'anno successivo morì l'imperatore Leopoldo I e gli successe il figlio primogenito Giuseppe I, ma l'avvicendamento della corona imperiale non portò alcun mutamento nella strategia perseguita fino a quel momento da Leopoldo. Il 1706 fu per la Francia il peggiore sul piano strategico e militare. Le truppe inglesi, al comando del Duca di Marlborough, ottennero una prestigiosa vittoria nella battaglia di Ramillies (23 maggio 1706) e occuparono l'intera regione dei Paesi Bassi spagnoli. Barcellona fu liberata dall'assedio delle truppe francesi e un contingente anglo-portoghese invase la Spagna e occupò Madrid. Luigi XIV fu sconfitto nella ben nota battaglia di Torino (7 settembre 1706) dalle truppe imperiali di Eugenio di Savoia, appoggiate da quelle savoiarde di Vittorio Amedeo II e dovette subire anche una nuova occupazione del milanese ad opera proprio di quest'ultimo.

Luigi XIV si rese conto che non avrebbe mai concluso vittoriosamente il conflitto. La qual cosa lo indusse ad intavolare trattative di pace con la Grande Alleanza. Evidentemente, però, le clausole eccessivamente vessatorie impostegli dalla controparte indussero il Borbone a respingere ogni ipotesi di pace e ad allontanarsi dal tavolo dei negoziati, riprendendo le operazioni belliche.

Con la ripresa degli scontri, ci fu un momento di stallo ma subito dopo, nel 1708, l'esercito anglo-imperiale, riprese le operazioni belliche nei Paesi Bassi spagnoli e inflisse ai francesi una cocente sconfitta nella battaglia di Oudenaarde (11 luglio 1708) nel Belgio orientale, conquistando la città di Lilla. Sul fronte italiano, le truppe austriache tentano di mantenere il controllo del territorio anche con saccheggi, come ad esempio quello di Forlì.

Nel 1709 re Luigi, scosso dalle ultime sconfitte, tentò di riprendere le trattative di pace all'Aja. Ma, ancora una volta, le clausole imposte dagli alleati furono giudicate tanto inaccettabili da indurre il monarca francese ad abbandonare nuovamente i negoziati di pace. La qual cosa, però, costò la ripresa delle operazioni militari nei Paesi Bassi spagnoli ad opera delle truppe inglesi e imperiali con la conquista della città di Tournai. I francesi furono nuovamente sconfitti, ancora una volta da Eugenio di Savoia e dal Duca di Marlborough, nella sanguinosissima battaglia di Malplaquet (11 settembre 1709) dopo di che la città di Mons cadde nelle mani dell'Alleanza. Questi ripetuti rovesci militari delle truppe franco-spagnole si protrassero anche l'anno successivo, che vide ancora una nuova vittoria della Grande Alleanza nella battaglia di Almenara in Spagna e la sconfitta dei francesi in America che dovettero cedere agli inglesi Port-Royal e la regione dell'Acadia. Nonostante le numerose vittorie della Grande Alleanza, Carlo d'Asburgo, rientrato a Madrid per riprendere il possesso del trono, fu nuovamente scacciato da Filippo d'Angiò a seguito della vittoriosa battaglia di Villaviciosa, combattuta il 10 dicembre 1710, nella quale le truppe franco-spagnole erano comandate dallo stesso Filippo e dal Granduca di Vendôme, Luigi Giuseppe di Borbone.

Quando tutto lasciava presagire una definitiva sconfitta della Francia che avrebbe trascinato con sé anche il designato nuovo re di Spagna Filippo V, nel 1711 si registrò una svolta politica inaspettata e decisiva per la risoluzione del conflitto. Moriva, infatti, l'Imperatore Giuseppe I e gli succedeva il fratello già pretendente al trono di Spagna, l'arciduca Carlo d'Asburgo, col nome di Carlo VI.

Questa nuova circostanza indusse alcune potenze della Grande Alleanza antifrancese a prendere in considerazione l'ipotesi di non appoggiare più l'Asburgo nella sua pretesa al trono di Spagna, bensì l'Angiò. La motivazione era fin troppo evidente ed era dettata dal fatto che gli Asburgo, già regnanti in Austria, Boemia e Ungheria e in possesso della corona imperiale, se avessero avuto nelle mani anche la Spagna e tutti i suoi possedimenti, sarebbero diventati la più potente dinastia al mondo, ancor più di quanto non lo fossero stati ai tempi di Carlo V, con conseguenze devastanti sul piano dell'equilibrio internazionale.

Tutto ciò ebbe come conseguenza che la Francia, destinata ad una sconfitta più che certa, rientrò in gioco a pieno titolo e fu invitata al tavolo dei negoziati di pace che si aprirono nella città olandese di Utrecht nel 1712. L'apertura dei negoziati di pace ebbe come effetto immediato la sottoscrizione di una tregua tra la Francia e l'Inghilterra cui diede la propria adesione anche l'Olanda, soprattutto dopo che le truppe austro-olandesi erano state sconfitte dai francesi nella battaglia di Denain (24 luglio 1712), ove Eugenio di Savoia dovette registrare la sua prima sconfitta in tutta la guerra di successione ad opera del maresciallo francese De Villars. Nel mese di novembre dello stesso anno, Filippo V, nuovamente padrone della Spagna, rinunciò formalmente ad ogni pretesa alla corona di Francia. Dopo lunghe e laboriose trattative, protrattesi per circa un anno, il 13 luglio del 1713 fu firmato il trattato di pace di Utrecht tra la Francia, da una parte, e l'Inghilterra, il Portogallo, la Prussia, l'Olanda e la Savoia, dall'altra, che metteva, così, fine alla guerra di successione spagnola.

La Pace di Rastatt fu di fatto un'appendice al trattato di Utrecht (1713) che né l'Austria né il Sacro Romano Impero avevano sottoscritto, pur avendo partecipato con loro rappresentanti alle trattative. Anche il Sacro Romano Impero chiuderà la vertenza pochi mesi dopo con il trattato di Baden.

I trattati di Utrecht e Rastadt, dopo aver smembrato l'impero spagnolo, sancirono molti cambiamenti nel rapporto di forze tra le maggiori potenze europee e mondiali:
  • Il tramonto definitivo della Spagna come grande potenza, nonostante le colonie d'oltremare fossero rimaste legate alla madrepatria.
  • Il fallimento delle mire espansionistiche ed egemoniche della Francia di Luigi XIV.
  • La rinuncia definitiva da parte della Francia e a favore dell'Inghilterra di tutti i suoi possedimenti continentali nell'America del Nord, riservandosi soltanto poche presenze nell'area caraibica.
  • L'affermazione dell'Inghilterra come potenza marittima egemone nel mondo e suo monopolio, unitamente agli olandesi, del controllo sulle rotte commerciali verso l'America e verso l'oriente.
  • L'affermazione dell'Austria asburgica come prima e più grande potenza presente sul continente europeo.
  • La nascita del nuovo Regno di Prussia nell'Europa orientale.
  • L'acquisizione del titolo regio da parte dei Savoia, del quale Vittorio Amedeo II fu il primo a fregiarsi.
  • L'avvicendamento della dinastia Borbone sul trono di Spagna, dopo due secoli di dinastia asburgica.
  • L'attracco di un vascello inglese, una volta l'anno, in uno dei porti spagnoli dell'America meridionale, notoriamente chiusi a tutti i Paesi non appartenenti alla Spagna, per poter liberamente commerciare significava l'inizio dello scardinamento delle misure protezionistiche adottate dalla Spagna per favorire le proprie navi nel trasporto delle merci da e verso l'Europa.